Che fine ha fatto il PNRR? Che fine hanno fatto i fondi europei che il Presidente del Consiglio di allora, Giuseppe Conte, riuscì a strappare a Bruxelles dopo un serrato confronto con i falchi, i frugali e gli altri Paesi dell’Unione Europea? Circa 200 miliardi di cui non si sente più parlare da quando il centrodestra è salito al potere.

La domanda è lecita: come se la sta cavando il governo con le rate che Bruxelles, una volta raggiunti gli obiettivi prefissati, versa puntalmente in tranche di 10-20 miliardi allo stato italiano? La risposta è breve ma più che chiara: male. Molto male, a dire il vero.

Dall’inizio dell’esperienza di governo, Giorgia Meloni ha avuto immani difficoltà nel gestire questi fondi. Inizialmente il Presidente del Consiglio aveva palesato la volontà di ridiscutere il piano e la sistemazione dei fondi, la realtà ci dice che il governo non ha alcun piano per gestire un patrimonio che, inzialmente, era stato pensato per ridurre innanzitutto le disuguaglianze sociali e territoriali che attanagliano il nostro Paese

Il processo di attuazione del PNRR va a rilento, molto a rilento e tra progetti cancellati e richieste di rimodulazione degli stessi alla Commissione europea, le rate tardano ad arrivare. La terza rata è stata liquidata dopo 280 giorni, mentre ombre e incertezze incombono sulle prossime rate, la quarta e la quinta (che rischia di essere ridimensionata).  Inoltre, tra i progetti cancellati ce ne sono alcuni di davvero rilevanti, come gli 1,2 per la gestione del rischio alluvione e la lotta al dissesto idrogeologico, che fanno capo alle Regioni, giustamente preoccupate.

Qualche tempo fa la Lega fece trapelare l’intenzione di rinunciare ad una parte dei fondi del PNRR, sottolineando come ci sia una profonda incapacità di mettere in piedi riforme credibili per portare a termine progetti in grado di sbloccare le rate successive. Una situazione che inevitabilmente si ripercuote sull’intero Paese e sugli italiani, che attendono investimenti che mai arriveranno.

E il lavoro a porte chiuse di Palazzo Chigi, che su queste decisioni si guarda bene dal coinvolgere il Parlamento, rende il tutto più grave e pericoloso.

Anche la situazione PNRR conferma quanto questo centrodestra sia profondamente inadatto a governare, a gestire una marea di fondi che avrebbero davvero potuto rappresentare un’occasione per il nostro Paese. Un discorso che tocca anche la nostra regione, in quanto il famigerato “governo del cambiamento”, sempre di centrodestra, sta avendo gli stessi problemi con la gestione dei fondi europei.

Grazie all’inadeguata gestione di centrodestra è molto probabile che il PNRR, da grande occasione per il nostro Paese, possa trasformarsi nell’ennesima occasione mancata.

Gianni Leggieri, Consigliere regionale

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