Sono ormai di dominio pubblico e stanno facendo i giro dei social le ultime dichiarazioni del “Senatur” Umberto Bossi.
La storia di Bossi è forse una delle più controverse nella storia politica italiana e come la buona pratica leghista insegna anche ricca di condanne e controversie. Già nel 1994, durante il processo ENIMONT (durante Tangentopoli) riconosce che il suo tesoriere Alessandro Patelli, praticava finanziamenti illeciti al partito, condannato a risarcire per la modica cifra di 200 milione di lire lo stato, continua imperterrito a predicare Onestà.
Inutile anche ricordare tutte le condanne per vilipendio alla bandiera, “buona pratica” durante le riunione celtiche a Pontida dove si invitano i simpatizzanti del partito a fare della bandiera italiana quello che comunemente si fa con la carta igienica. Segue per non farsi mancare proprio niente, la condanna per vilipendio al Capo dello Stato (all’epoca Oscar Luigi Scalfaro), lo scandalo dei rimborsi elettorali del 2012 e per finire, il reato di appropriazione indebita, dove emergeranno figure come Renzo (il Trota) Bossi e l’ancor più discusso Belsito.
Insomma, un uomo dalle indubbie capacità politiche e morali che non perde mai occasione per criticare le genti del Sud, che come buona pratica Lombrosiana, ricorda essere gente “criminale” nel DNA, proprio come i “maledettissimi” africani che ultimamente straripano nel buon Nord, infangando le purissime acque del Po, proprio come i TERRONI qualche decennio fa.
Per fortuna le teorie Lombrosiana, che alcuni hanno anche il coraggio di accostare alla nascita della criminologia moderna, non sono realtà ma rappresentano quell’oscurantismo della ragione europea che ha contribuito alla nascita di totalitarismi e nazifascismi.
Per fortuna non è così, altrimenti i comportamenti deviati e reiterati del Senatur Bossi sarebbero stati un buon substrato di studio del Dott. Lombroso.
Inutile ricordare, che il Sud è da tempo guarito dalla sindrome di Stoccolma nei confronti di determinati personaggi, più adatti alle riunioni semi pagliaccesche di Pontida che a rappresentare il Popolo e le Istituzioni Italiane. Dopo 150 anni, il Sud può girare tranquillamente la testa dall’altra parte, convinti delle nostre possibilità, senza rancori e odio ad accompagnare tale gesto.
Però, è inqualificabile e indegno il silenzio di Salvini e dei leghisti meridionali, soprattutto lucani, che si affrettano soltanto a parlare di autonomia differenziata e referendum sulla legge elettorale, temi tanto cari al loro capo.
Sarebbe bello conoscere il punto di vista dei fidi e nuovi scudieri della Lega qui in Basilicata, dove il partito del Papeete ha fatto il pieno di voti e governa la Regione.
Bardi pretenda rispetto per i cittadini lucani ai suoi alleati leghisti.
La storia insegna spesso che il conquistatore affascina più di chi ti educa alla libertà.
Gianni Leggieri
Consigliere Regionale M5S Basilicata
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