Desta allarme il continuo calo del prezzo del grano. L’ultima quotazione della Borsa Merci di Foggia del grano duro registra un prezzo di 330-335 euro/tonnellata per il fino e 355-360 euro/tonnellata per il biologico. Valori lontanissimi dai 600 euro/tonnellata sfiorati a giugno 2022.

Il valore quasi dimezzato rispetto allo scorso anno è reso assolutamente insostenibile per i cerealicoltori dall’aumento dei costi di produzione dovuto all’inflazione. Si è verificato, infatti, un aumento del costo del gasolio del 128% e dei concimi del 170%, determinando un costo medio di produzione di grano duro di oltre 1.300 euro per ettaro. Si rischia, alle attuali quotazioni, di non garantire nemmeno la copertura dei costi di produzione.

Il crollo del prezzo del grano, inoltre, risulta ancor più inspiegabile se si considera che il prezzo della pasta è invece aumentato del 25,2% rispetto allo scorso anno. Si rivela sempre più necessario un intervento per correggere queste storture e per sostenere i produttori. Non basta, infatti, inneggiare al “Made in Italy”, se a ciò non seguono misure concrete.

Le importazioni di grano canadese, infatti, sono aumentate del 747% con rischi non soltanto per la concorrenza con il grano italiano, ma anche per la salute. Il grano canadese, infatti, per il 70% è trattato con il glifosato in preraccolta, con il rischio che questo erbicida resti nel grano e nei prodotti derivati.

Il comparto cerealicolo, come il settore vitivinicolo e quello ortofrutticolo, è già stato messo a dura prova dalle persistenti piogge di questi mesi. Si stima, infatti, un calo della produzione di grano di circa il 20%.

L’Italia, infatti, è leader nella produzione mondiale di pasta, primo produttore europeo di grano duro e al vertice anche nelle esportazioni (1,9 milioni di tonnellate). La Basilicata vanta un posto tra le regioni principali produttrici di grano duro in Italia. Secondo un’elaborazione del centro Studi di Confagricoltura, nella nostra regione oltre 115 mila ettari sono coltivati a grano per una produzione di 321 mila tonnellate. Si rivelano necessari interventi urgenti per fissare un prezzo nazionale adeguato e per sostenere questo settore di eccellenza del nostro Paese.

Gianni Leggieri – Consigliere Regionale

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