Era il 7 giugno 2016 quando il Consiglio Regionale approvava una risoluzione che impegnava la giunta a dare il massimo della collaborazione all’Autorità Nazionale AntiCorruzione (ANAC) al fine di rafforzare il monitoraggio delle misure di trasparenza in ambito sanitario.

Durante la discussione in aula, come è avvenuto spesso in questi anni, Pittella minimizzò i rilievi prodotti da Cantone sulle gare del sistema sanitario regionale. Cantone evidenziava diffuse criticità sotto il profilo normativo, programmatorio, organizzativo e operativo, per quanto riguarda le gare del sistema sanitario regionale: nel periodo 2008-2015, quasi il 50% degli affidamenti del Servizio Sanitario Regionale della Basilicata, per un valore di circa 120 milioni di euro, era stato condotto con procedura negoziata senza previa pubblicazione del bando di gara.

La ricognizione effettuata a seguito della delibera ridimensionò le stime prodotte da Cantone, facendo scatenare la gioia della maggioranza pittelliana.

Nella delibera di Cantone inizialmente era stato riportato un episodio che fa quasi il paio con una delle vicende del vaso di Pandora scoperchiato dalla Procura di Matera: nella denuncia alla base della delibera ANAC si evidenziava che una delle aziende beneficiarie delle proroghe degli appalti avrebbe posto a disposizione mezzi e manodopera per effettuare lavori nella villa a Policoro di proprietà di un alto dirigente dell’ASM.

Durante la conferenza stampa del PM Pietro Argentino è stata raccontata una vicenda analoga: il direttore ASM avrebbe promesso aiuto (anche con la modifica di norme regionali) ad un imprenditore interessato ad avviare un’attività in ambito sanitario in cambio di lavori presso la sua abitazione di Bari.

Gianni Perrino
Portavoce M5S Basilicata – Consiglio Regionale

 

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