Lo scandalo politico-giudiziario che ha coinvolto la Regione Basilicata nei giorni scorsi e che vede direttamente coinvolti il Presidente della Giunta Regionale e i massimi vertici della sanità lucana, merita un’attenta riflessione. Vista la gravità delle accuse mosse dalla Procura della Repubblica del Tribunale di Matera e al quadro agghiacciante emerso a seguito delle indagini rispetto alla gestione dei concorsi nella sanità lucana e stante la delicata situazione che si è venuta a creare con il coinvolgimento nell’indagine del Presidente della Giunta e dei massimi vertici della sanità lucana, riteniamo doveroso un approfondimento della questione in Consiglio Regionale, sia per comprendere meglio lo stato di salute della sanità, sia per le eventuali considerazioni politiche che non possono essere eluse in questo particolare momento.

Pertanto abbiamo richiesto formalmente che venga previsto già dal prossimo consiglio regionale di domani una relazione su tale tematica da parte della Franconi, Assessore alla Sanità, Vicepresidente, a cui sono passati i poteri di presidente della Giunta.

L’inchiesta condotta dalla Procura della Repubblica di Matera ha fatto emergere un sistema consolidato di malaffare nella gestione soprattutto dei concorsi e delle assunzioni della Aziende sanitarie e degli ospedali lucani. Un sistema che, a detta dei magistrati materani, vedeva come unico catalizzatore di ogni decisione proprio il Presidente della Giunta, mentre i vari Direttori Generali e manager sanitari  rappresentavano gli esecutori delle decisioni, meglio dei favori che il vertice politico doveva fare.

Un’ingerenza della politica nel mondo sanitario fin troppo invasiva a tal punto da non lasciare alcuna possibilità di errore alla raccomandazione che, nonostante le pessime prove in sede di concorso dei raccomandati di turno, comunque arrivava a buon fine.

Un sistema di controllo della sanità lucana di tipo militare con il Generale Pittella al comando di tutto e i sottoposti nominati da questo pronti ad eseguire gli ordini senza battere ciglio.

Il quadro è desolante e preoccupante perché mostra la totale mancanza di moralità di tali signori che hanno giocato e giocano con la salute dei cittadini pur di garantire un consenso elettorale e, soprattutto, pur di compiacere il padrone, il loro comandante. Direttori sanitari strapagati per perpetrare il sistema clientelare messo in piedi dal Partito Democratico in questi anni di mal governo della nostra Regione.

Flotte di raccomandati pronte a piegarsi davanti al potente del momento, ieri De Filippo, oggi Pittella pur di ottenere un posto, un incarico, un appalto. Raccomandati che oltre a farsi beffe della meritocrazia, negli anni si sono fatti beffe dei cittadini onesti che ancora credono che non si debba essere schiavi della politica per lavorare in questa Regione.

La conferenza stampa tenutasi a Matera, nel corso della quale sono state spiegate le ragioni dell’inchiesta, è stata un pugno nello stomaco dei lucani onesti, di tutti quei cittadini che ancora credono nella meritocrazia e che sperano che si possa vivere in un sistema fatto di regole e non di abusi. Oggi quei cittadini, se da un lato possono dirsi delusi perché l’immagine della Basilicata ne esce sicuramente a pezzi, allo stesso tempo devono essere contenti nel sapere che esiste ancora una magistratura che funziona, cittadini disposti a denunciare e a non piegare la testa.

Per l’esperienza maturata in questi 5 anni possiamo dire che la sanità è sicuramente il settore in cui di più la politica fa sentire il suo peso e la sua influenza, troppe cose non tornano, troppe situazioni appaiono ambigue e meritano maggiori controlli ed attenzione.

Ricordiamo il convegno che il Movimento 5 Stelle tenne a Potenza il 30 giugno del 2017 con la partecipazione di Giulia Grillo (attualmente Ministro della Sanità ) e di Luigi Di Maio (Ministro dello Sviluppo Economico). Nel corso di quel convegno, oltre a parlare della Sanità de futuro, lanciammo un allarme proprio sulle gravi problematiche legate alla corruzione in un ambito così particolare.  Fu in quell’occasione che lanciammo l’ennesimo allarme sulle problematiche della sanità non solo in Basilicata. Sui costi della corruzione sul sistema sanitario, sulla necessità di far uscire la politica dalla sanità, sulle segnalazioni che l’Anac  già aveva fatto rispetto alla gestione degli appalti proprio da parte dell’ASM.

Come sempre le nostre denunce rimasero inascoltate. Oggi sappiamo perché. Oggi sappiamo che la classe dirigente di questa Regione non poteva ascoltare le nostre denunce perché coinvolta ed immischiata totalmente nel sistema distorto che aveva creato per garantirsi la sopravvivenza.

Oggi, sentiamo che il Partito Democratico lucano si stringe intorno al suo Gladiatore e che dai membri della Giunta Regionale giungono rassicurazioni circa il fatto che si continua ad andare avanti.

In realtà con questi politici noi non facciamo altro che continuare ad andare indietro e sarebbe forse il caso di staccare la spina, di dire basta e di ridare la parola al popolo. Prima di fare questo passo, però, sfido i membri dell’attuale consiglio regionale a fare una cosa molto semplice per spezzare il rapporto tra politica e sanità e dare un segno di discontinuità forte rispetto al sistema delinquenziale messo in piedi.

Da anni giace nei cassetti della Regione Basilicata una proposta di legge presentata dal Movimento 5 Stelle, la proposta prevede che alla nomina dei direttori sanitari si proceda non per fedeltà al padrone di turno, ma per concorso. Si porti in discussione già domani questa norma di buon senso, approviamola e poi stacchiamo la spina ad una legislatura che oltre ad essere imbarazzante è stata indecente.

Gianni Leggieri
Gianni Perrino

Gruppo Consiliare M5S Basilicata

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