Mentre Marcello Pittella si affannava a contestare il realistico (e molto preoccupante) ritratto della Basilicata tratteggiato domenica scorso dalla trasmissione “Alle falde del Kilimangiaro” (Rai3), negando l’evidenza e invocando una strana “par conditio”, il M5S surrogava l’attenzione del Presidente concentrandosi su ben altre e più importanti “falde”, quelle ricadenti nel territorio di Pomarico.

E’ datata 14 gennaio l’ordinanza del sindaco di Pomarico (MT) che vieta “l’attingimento delle acque sotterranee e di falda sia per scopi irrigui, che per dissetare mandrie e greggi o per qualunque altro scopo”. L’ordinanza trae motivazione dalla contaminazione rilevata nelle falde appartenenti ad una porzione di territorio confinante con l’area appartenente alla Syndial S.p.A, una costola del gruppo ENI che realizza operazioni di bonifica ambientale. L’area in questione rientra nel perimetro del siti di interesse nazionale (SIN) di cui al D.M. 26 febbraio 2003 da bonificare. Già nel recente passato nella stessa area è stata rilevata una preoccupante inquinamento delle acque sotterranee. Non ci si è fatti mancare proprio niente quanto a sostanze chimiche nocive: metalli pesanti, IPA, solventi clorurati e composti aromatici come ferro, manganese, benzene, triclorometano, 1,2-dicloroetano, cloruro di vinile, tetracloroetilene, esaclorobutadiene, tricloroetilene, 1,2-dicloropropano, 1,2,3-tricloropropano, 1,1,2,2- tetracloroetano, 1-1-2 tricloroetano, 1,1-dicloroetano, 1,2- dicloroetilene.

La situazione da quelle parti è nota ai più, Pittella e Berlinguer dovrebbero essere a conoscenza dell’avvelenamento di tutta la Valle del Basento, del fatto che i sindaci non hanno mezzi sufficienti per fronteggiare da soli queste emergenze. Per questo abbiamo chiesto a Pittella quali siano i provvedimenti e/o le azioni che intende porre in essere per garantire una rapida e completa bonifica dell’area di proprietà della Syndial S.p.A. nonché il ripristino di normali condizioni di salubrità delle acque sotterranee e di falda, che ne consentano l’uso e l’attingimento sia per scopi irrigui, che per dissetare mandrie e greggi o per qualunque altro scopo.

Presidente Pittella, saremmo lieti che lei contenesse la sua ferina rabbia epistolare verso trasmissioni televisive che pongono interrogativi legittimi (e di pubblico interesse) sulla coesistenza tra le attività petrolifere e il territorio, l’agricoltura, il turismo e la cultura (Matera2019). E si concetrasse e applicasse di più (e meglio) nell’opera (urgente e indifferibile) di bonificare le valli lucane dai veleni passati, presenti e futuri e dal pattume di una nociva archeologia industriale. Perchè, Presidente Pittella, la vita e la salute dei lucani è cosa seria. Molto seria.

GIANNI PERRINO
CAPOGRUPPO M5S BASILICATA

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