Il prof Stefano Mancuso docente all’Università di Firenze nonché autorità mondiale nel campo della neurobiologia vegetale afferma:

“ Ci siamo evoluti grazie alle piante, l’intera vita del pianeta è un dono delle piante. Senza non avremmo ossigeno, cibo, medicinali, fibre tessili, combustibili fossili compresi benzina e gasolio. Dovremmo ricambiare dando amore, rispetto, tutela. Invece non riusciamo a comprendere nemmeno quanto siano intelligenti, non le proteggiamo” .

Lo stesso continua ancora dicendo “ Le piante hanno una “testa pensante” con la quale comunicano, prendono decisioni, ricordano perfino. La prossima volta che vi capiterà di osservare un albero, o anche solo un cactus della terrazza, certo li guarderete con occhio diverso. Perché le piante, dalla quercia più imponente al fiore più esile, hanno una “testa pensante”: riflettono, si scambiano informazioni o avvertimenti, prendono decisioni. E il loro cervello segreto è nelle radici”.

Forse sarebbe il caso di non aggiungere altro dopo queste perle di saggezza ma forse qui a Policoro bisognerebbe un attimo soffermarci su alcuni aspetti fondamentali. Le piante hanno estrema capacità di adattamento alle condizioni ambientali purché vengano rispettate le normali ed elementari condizioni di sopravvivenza. Fondamentale è lo spazio vitale, l’arieggiamento del terreno in cui l’apparato radicale non continuamente “pestato e reso asfittico” , possa trovare spazio ed anche refrigerio in seguito all’apporto di acqua. Non ci vuole molto per rispettare questi semplici ed elementari principi, lo fanno in tutto il mondo, perché in tutto il mondo i viali sono alberati, curati ed anche inesauribile fonte di lavoro. Un miliardo di anni fa, le piante presero una decisione formidabile nella storia della vita: decisero di rimanere ferme e di ottenere tutta l’energia di cui avevano bisogno dal sole.

Gli alberi NON vanno potati ma al massimo “modellati”. Se si evita l’asportazione selvaggia di materiale legnoso la pianta vegeta, sta bene e non ricaccia spiacevoli succhioni oppure un apparato radicale contorto. Così come vanno irrigate con sistemi semplici e poco costosi . I problemi di una pianta si evincono dai cosiddetti sintomi proprio come i bambini , non ancora in grado di parlare dai sintomi espressi consentono al loro pediatra di individuare problemi ed intervenire prontamente. L’unico problema per la pianta è che eventuali errori di gestione agronomiche si riescono a capire solo ….nel tempo. L’antropizzazione (dal greco ànthrōpos uomo) in geografia ed ecologia è l’insieme degli interventi dell’uomo sull’ambiente naturale, con lo scopo di trasformarlo o adattarlo, aggiungo anche tagliarlo. Gli interventi di potatura gestiti negli anni passati, hanno avuto lo scopo di indebolire calpestando addirittura la dignità di ogni forma di vegetale presente sul territorio.

Non dimentichiamo il diserbo chimico effettuato in barba non solo ai normali principi di precauzione per l’ambiente ma anche ai più elementari sistemi di tutela contro bambini inermi, per poi scoprire che nel disciplinare, documento redatto dagli esperti, non è assolutamente prevista qualsiasi forma di intervento chimico . Per non dimenticare la forma avuta dei pini (“scopini del cesso”) immediatamente dopo il taglio selvaggio della chioma. Allora siamo intervenuti cercando di fermare lo scempio perpetrato lungo tutti i viali della città, ma come al solito prima si fanno i danni e poi si chiede consulenza , e puntualmente i consulenti esperti elaborano semplici atti dovuti a conferma dell’operato degli amministratori.

Ed ecco l’epilogo del grande spettacolo che si conclude sempre con la solita emergenza. Intervento a sirene spiegate della forza pubblica in pompa magna durante le ore serali e conseguente taglio di una sola pianta estremamente pericolosa per i passanti . Fine di un viale alberato con una semplice ed inedita ordinanza che nemmeno il sindaco ha avuto il coraggio di firmare. Circa 60 sono state le piante tagliate in pochi giorni. Avevamo i viali alberati più belli di tutte le città limitrofe: ci sono voluti quasi quaranta anni per farli crescere ma poche ore per abbatterli per far posto ad un nastro di asfalto puro e nero come la pece ideato chissà da quale saggio. Sarà questo l’elemento vegetativo che mitigherà la temperatura estiva assolvendo importanti funzioni ornamentali, paesaggistiche, ricreative e filtranti. Sarà questo l’elemento architettonico predominante. Gli effetti e le conseguenze di ciò saranno davanti agli occhi di tutti per i prossimi anni.

Attivista M5S Metapontino
Giovanni Lasalandra

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