Non c’è stato nulla da fare: nonostante la ferma e costante opposizione della maggioranza dei cittadini dei comuni del Parco del Pollino, nonostante lo stop del TAR e un giudizio “pendente” al Consiglio di Stato, il Presidente della Giunte Regionale di Basilicata (meglio noto come “il fratello minore di Gianni Pittella”) non ha avuto esitazioni: la Centrale del Mercure deve riaprire! Alla faccia della salute e dei diritti dei cittadini ad un ambiente salubre ed a tutelare un territorio di straordinaria bellezza!

Consumando l’ennesimo nauseante “inciucio” (ormai permanente e effettivo) tra PD-meno-elle e gli orfani del satrapo di Arcore, il trio Pittella, Orsomarso (consigliere regionale calabrese) e Pappaterra (presidente del Parco del Pollino) hanno coralmente ed all’unisono espresso il loro favore alla “riattivazione” della centrale a biomasse dell’Enel proprio nel bel mezzo del Parco del Pollino.

Già messo a durissima prova da incendi e cattiva gestione (testimoniata da sprechi e dalla inspiegabile realizzazione, qua e là, di manufatti in cemento), la Centrale del Mercure è il definitivo colpo di grazia al delicato equilibrio ambientale del Parco.

Davanti all’ennesimo atto di vendita del nostro territorio, stavolta in collaborazione con la Regione Calabria, fa specie leggere il comunicato a seguito dell’assemblea svoltasi al Protoconvento francescano di Castrovillari sulla Centrale Enel del Mercure; fa specie intravedere toni trionfalistici nelle parole di Pittella, di Orsomarso e nella “benedizione” di Pappaterra.

Ma come, Pittella non si era fermamente schierato per uno sviluppo nel rispetto dell’ambiente e della salute? Non aveva solennemente decantato le sorti “magnifiche e progressive” del turismo trainato dalle bellezze ambientali e paesaggistiche lucane?

Per fargli cambiare opinione sono bastati i “trenta denari offerti dall’ENEL ai comuni che hanno ceduto al “pressing” della compagnia elettrica e della stessa Regione (Laino Borgo, Laino Castello, Mormanno, Papasidero, Castelluccio Inferiore, Castelluccio Superiore e, guarda caso, Lauria, comune di provenienza della “tribù” dei Pittella).

I “non allineati” agli interessi dell’ENEL ed al progetto di disintegrazione del Parco del Pollino (Rotonda e Viggianello, contrari alla centrale) sono stati estromessi dall’illegittimocontratto di compensazioni ambientali ed economiche”: uno scarno e squallido “piatto di lenticchie che dovrebbe far digerire alle popolazioni locali gli irreversibili e permanenti danni all’ambiente ed al territorio.

 Fanno davvero rabbrividire gli articoli 4, 5, 6, 7, 8 e 9 dell’accordo di compensazione sottoscritto da 30 dei 40 amministratori coinvolti nel progetto. Un vero è proprio “jackpot” per Enel Produzione Spa che si assicura con 100.000 Euro annui (per 8 anni) il controllo dell’Osservatorio Ambientale previsto per la centrale.

Insomma, il messaggio del trio Pittella-Pappaterra-Orsomarso è drammaticamente chiaro ed inquietante: riaccendere la centrale a biomasse del Mercure consentirà di “creare un precedente” e riaccenderle ovunque sul territorio lucano (ma anche calabrese). Basta estromettere e rendere inoffensivo chi non tradisce i cittadini, chi non vende i propri territori.

Ma non si illuda il trio Pittella-Pappaterra-Orsomarso, non si illuda l’ENEL: il Movimento 5 Stelle di Basilicata lotta accanto ai cittadini che invocano il rispetto della legalità e continuano, senza paura e con coraggio, la battaglia per la tutela dell’ambiente e della salute.

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