Il ricco sottosuolo della regione Basilicata ha segnato in maniera indelebile le politiche di sviluppo dell’intero territorio. Oltre ai due grandi impianti di estrazione della Val d’Agri e di Tempa Rossa, ci sono una serie di pozzi sparsi su tutto il territorio regionale che causano non pochi problemi all’ambiente e alle attività che insistono nelle aree limitrofe.

In uno degli ultimi verbali di giunta ci è balzata agli occhi la delibera relativa alla  concessione di coltivazione “Monte Morrone”’ – Area pozzo “Tredicicchio 1” nel  Comune di Ferrandina (MT) e del previsto piano di caratterizzazione. Un piano di caratterizzazione resosi necessario dopo che nel 2001 la Società Petrolifera Italiana SpA (SPI) aveva avviato l’attivazione di procedure per interventi di messa in sicurezza d’emergenza. Durante le attività di caratterizzazione, nel 2005, l’ARPAB aveva comunicato il superamento delle Concentrazioni Limite Accettabili per il parametro IDROCARBURI C>12, ma, a quanto si apprende dalla delibera tutto sembra essersi bloccato nel corso di questi anni. Solo a marzo di quest’anno la Regione Basilicata si è accorta che non è stato dato alcun seguito alla segnalazione di sforamento fatta dall’ARPAB nel 2005 ed ha riattivato il procedimento amministrativo dopo aver ricevuto la documentazione del piano di caratterizzazione dalla Gas Plus Italiana Srl ormai subentrata a SPI. La conferenza dei servizi ha respinto il piano di caratterizzazione presentato da Gas Plus con parere sfavorevole da parte di ARPAB e Provincia di Matera e  sono state richieste ulteriori integrazioni alla società, che ha comunicato di non voler recepire le osservazioni emerse. 

Una situazione perniciosa nella quale la Regione, oltre a richiamare la GAS Plus Italiana Srl agli obblighi imposti dall’art. 245 del D.Lgs 152/2006 e s.m.i, ha richiesto un intervento alla Provincia di Matera relativo agli obblighi connessi alla conclusione del procedimento volto all’individuazione del responsabile della contaminazione ex art. 244 del D.lgs. n. 152/2006, la cui omissione lede il buon andamento della pubblica amministrazione ed il diritto dei soggetti concorrenti la procedura di avere la certezza dell’azione procedimentale e del diritto di rivalsa sul responsabile della contaminazione.
La stessa dinamica si è palesata anche in un’altra delibera sempre della stessa seduta di giunta del 30 novembre, questa volta relativa alla concessione “Masseria Petrulla 1 Dir” – Concessione Mineraria Policoro, con protagonista ancora GAS Plus Italiana. Anche in questo caso l’ARPAB ha confermano unl superamento della CSC di riferimento per il parametro Cromo VI nella matrice acque sotterranee, già segnalato nel lontano 2005, sollecitando la Provincia di Matera a procedere come nel caso di Ferrandina.

Ci auguriamo che questa matassa si sbrogli velocemente e che tutti gli organi preposti, Provincia di Matera in primis, provvedano ad una rapida risoluzione. Non è possibile che superamenti delle concentrazioni limite accettabili segnalati quasi venti anni fa siano ancora oggetto di contesa e le condizioni ambientali non siano ancora state ripristinate.

Gianni Perrino

Portavoce M5S Basilicata – Consiglio Regionale

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