La pausa estiva non sembra aver portato notevoli miglioramenti all’azione politica del governo Bardi. Nonostante l’ultima seduta di Consiglio Regionale abbia visto l’approvazione di una serie di importanti mozioni, dopo qualche giorno, come un fulmine a ciel sereno,  abbiamo preso atto delle dimissioni dell’Assessore Cupparo (non ancora ufficializzate). Onestamente non abbiamo ancora ben compreso le motivazioni alla base di questa decisione ed i silenzi della maggioranza sono molto eloquenti.

Cupparo, evidentemente spiazzato da questo silenzio, si è lanciato in un annuncio di non poco conto che ha scatenato una serie di reazioni nell’opinione pubblica: il possibile insediamento di un centro logistico di Amazon in un’area industriale della Provincia di Potenza (Tito o Melfi). 

Ovviamente l’annuncio di Cupparo appare funzionale alla campagna elettorale in corso in alcuni comuni lucani, tra i quali lo stesso Comune di Melfi, e siamo sicuri che nei vari comitati elettorali siano partiti i primi colloqui di scrematura in vista del grande investimento annunciato da Cupparo. 

Un altro aspetto che ci crea non poco sconforto è quello relativo all’ennesima “guerra tra poveri”  scatenatasi a seguito dell’annuncio dell’ex assessore, cavalcata da chi ne approfitta per fomentare sterili battaglie campanilistiche. L’ eventuale polo logistico di Amazon, infatti, rischia di essere visto come manna dal cielo da parte di un tessuto sociale locale logorato da decenni di politiche industriali e occupazionali sciagurate. In una regione che fatica a tenere testa alle politiche industriali di Stellantis, si guarda al modello di Amazon come la panacea per tutti i mali. Forse Cupparo o gli estremisti del campanilismo  non sono ben consci delle politiche occupazionali messe in campo dal colosso mondiale della logistica. È pur vero che Amazon offre servizi e sbocchi per consumatori e aziende a livello globale, ma è altrettanto vero che, dal punto di vista della tutela dei lavoratori, il colosso americano, ha mostrato tutte le sue pecche. L’algoritmo alla base delle consegne ultrarapide comporta, infatti,  una serie di sacrifici a scapito dei lavoratori ed Amazon, nel corso degli anni, non si è mostrata tanto propensa al dialogo con le organizzazioni sindacali.

Invitiamo tutti a frenare gli entusiasmi ed a riflettere su quelle che sono le vere priorità per i cittadini di questa regione. Di certo non sarà l’ultraliberismo senza freni a ridare dignità ai cittadini di una regione che dovrebbe lavorare per migliorare i servizi primari come i trasporti, e le infrastrutture ed avviare un processo di crescita intelligente per la valorizzazione delle eccellenze del territorio, altrimenti,  il rischio  è di  rimanere,  per l’ennesima volta, terra di conquista per  giganti senza scrupoli.

Gianni Perrino
Carmela Carlucci
Gianni Leggieri
Portavoce M5S Basilicata – Consiglio Regionale 

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