In questi giorni sulla stampa locale ho constatato la presa di posizione di alcuni autorevoli esponenti dell’ex Foro di Melfi, che si sono espressi sui tentativi che si stanno facendo per riattivare il dibattito e, soprattutto, riaccendere i riflettori, a Roma, in sede ministeriale, sulle scellerate scelte di otto anni fa. Tra il 2012 ed il 2013 in maniera scriteriata e slegata da una conoscenza delle realtà territoriali si decise di sopprimere il Tribunale di Melfi. Forse, si trattò di una delle pagine più tristi per il Vulture per l’onta inflitta ai suoi cittadini e alla sua storia millenaria. Sul Tribunale di Melfi, sin dalla mia prima elezioni in Consiglio regionale, proprio nel 2013, ho voluto vederci chiaro e ho voluto dare un contributo nella massima istituzione locale. Senza tentare strade impercorribili, con i piedi ben saldi al terreno.

Il dibattito delle idee innescatosi in questi ultimi giorni sulla soppressione del Tribunale melfitano richiede tanto equilibrio e tanta lucidità nell’affrontare la questione. Qualcuno, come sempre capita, tenta di addebitare strumentalizzazioni politiche in vista di appuntamenti vari. Il tema del soppresso Tribunale di Melfi è stato posto all’attenzione del Consiglio regionale e della Giunta con una mozione votata all’unanimità non per un tentativo illusorio, dettato da ragioni propagandistiche, ma tenendo ben in mente uno strumento che si è presentato neanche due mesi fa. Mi riferisco al decreto dei ministeri della Giustizia e per il Sud e la Coesione territoriale con il quale è stata costituita la Commissione interministeriale per la giustizia nel Sud. Tale organismo potrà valutare una serie di proposte provenienti dai territori, valutare alcune criticità ed intervenire. Ecco perché il M5S ha puntato ad una mozione che coinvolgesse la Regione Basilicata a sensibilizzare la Commissione per riaprire il dossier sul soppresso Tribunale di Melfi. Con linearità, coerenza e con la consapevolezza che la sfida è impegnativa. Le promesse da marinaio le lasciamo ad altri, che in passato hanno fatto incursioni nel Vulture senza conoscerne la storia e senza avere rispetto per le sue genti.

Ben venga, quindi, il dibattito delle idee. Sono sicuro che il presidente Bardi si stia impegnando nel portare presso i ministeri competenti le istanze insite nella mozione approvata qualche settimana fa. Il Consiglio regionale tutto non può che dargli fiducia affinché la Basilicata faccia sentire la sua voce, checché ne pensi qualcuno che frettolosamente liquida ogni sforzo, non proveniente dalla propria parte politica, inutile. Sappiamo che i demolitori di professione e i cantori del vecchio sistema sono in servizio permanente.

Gianni Leggieri 
Consigliere regionale del MoVimento Cinque Stelle Basilicata 

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