Certo, ad ogni zampa non corrisponde un voto, altrimenti, d’un tratto, nella nostra regione, si solleverebbe un’ondata animalista capeggiata da sindaci improvvisamente divenuti amici degli animali!
E invece, la realtà è un’altra. La realtà è che il randagismo è divenuto un problema serio nei nostri comuni che, tuttavia, non suscita alcuna forma di interessamento da parte delle istituzioni.
Il problema dell’abbandono (e quindi della diffusione incontrollata) dei cani, del loro maltrattamento ed eventuale avvelenamento non si risolve – rapidamente e brutalmente – spedendo gli stessi animali in un canile lontano dal proprio municipio, spesso non facilmente raggiungibile neanche per i volontari, e magari già saturo.
Rispetto alla questione dei canili, il Vulture vanta le proprie “eccellenze”. Tra tutte, salta subito all’occhio il caso del canile fantasma della più grande città del Vulture. Conosciamo, ormai, le abitudini del primo cittadino di Melfi, a cui piace inaugurare sedi e tagliare nastri: celebre e inglorioso è il caso della recidiva inaugurazione del punto nascita dell’ospedale di Melfi!
Nel caso del canile, invece, va detto, le responsabilità sono condivise: è stata infatti la precedente amministrazione guidata da Navazio a far costruire il canile che avrebbe dovuto ospitare i randagi presenti sul territorio comunale, in località “Accovatura”. Memorabili le parole utilizzate dal sindaco Navazio durante la campagna elettorale: «Un’altra menzogna è quella del canile, perché mi hanno detto che si lamentano che il canile non sia arrivato, però non si vanno ad informare, che il canile è completato, 150 posti, che nel mese di luglio (riferendosi al 2009) partirà la gara di gestione del canile, non si vanno a documentare…».
Per la struttura sono stati spesi “solo” circa duecentocinquantamila euro di soldi pubblici, un’inezia.
Abbiamo sperato, poi, che il sopraggiunto sindaco Valvano non avrebbe consentito un simile sperpero di denaro pubblico e, finalmente, messo in funzione una struttura già pronta, non perfetta (basti considerare l’impervia e franosa strada di accesso alla struttura), ma comunque pronta e disponibile.
Ebbene, anche questa volta le nostre aspettative sono state deluse: la struttura, dopo più di dieci anni dalla sua costruzione, è stata vandalizzata e depredata, non offre alloggio e cura ad alcun cane; il fenomeno del randagismo continua a imperversare lungo le nostre strade; gli animali continuano a patire fame e maltrattamenti, a esporsi al rischio di avvelenamento o di morte su strada (con ciò, minando anche la sicurezza di chi guida) e i nostri volontari non riescono più a sopperire al vuoto delle istituzioni.
È un enorme peccato: una buona struttura sanitaria e di rifugio per gli animali può e deve costituire un punto di aggregazione, di educazione al rispetto dell’animale da svolgersi in collaborazione con le scuole e, perché no, un luogo di sostegno e cura per coloro che ne hanno bisogno (pet therapy).
La storia del canile di Melfi, dello spreco di denaro pubblico e della incuria nei confronti dei nostri amici a quattro zampe, è sintomatica di una serie di problemi che, ormai da troppo tempo, affligge la nostra Regione. Si avvicendano le amministrazioni e gli schieramenti politici, ma poco sembra cambiare.
Il problema del randagismo, infatti, interessa la maggior parte dei comuni lucani. È importante realizzare una buona prevenzione del fenomeno, praticare le sterilizzazioni previste, costruire o attivare canili già esistenti, così come previsto dall’art. 5 della Legge Regionale 30 novembre 2018, n. 46.
È importante che le istituzioni sostengano il lavoro delle associazioni di volontariato e delle guardie EcoZoofile. Rendiamo le nostre comunità più vive e più sensibili, nel rispetto di ogni essere vivente.
Carmela Carlucci
Gianni Leggieri
Movimento 5 Stelle Basilicata – Consiglio Regionale