Questa mattina abbiamo effettuato una visita ispettiva presso il POD di Venosa affiancati dagli Assessori comunali di Venosa, Gammone e Minutiello.

Durante la visita, la verifica di reparti e ambulatori chiusi, nonché la constatazione de visu della soppressione di servizi sanitari erogati e fruiti da parte di un intero territorio, quello del Vulture Alto Bradano, ha lasciato tutti basiti. Ancor più, alla luce del fatto che, ad oggi, l’emergenza Covid in Basilicata non necessita dei posti letto di Venosa. In realtà, era apparsa da subito una “forzatura” il voler a tutti i costi individuare nel P.O.D. venosino una struttura Covid senza la terapia intensiva!

Come curare pazienti Covid, il cui vero salvavita è ormai acclarato essere il ricorso alla terapia intensiva in tempi celeri e non certo in attesa che il quadro clinico si aggravi a tal punto da risultare tutto inutile?

Quale ulteriore personale dedicato sarebbe intervenuto e quale adeguata formazione sarebbe seguita a quello già presente nel P.O.D., da sempre impegnato in attività ambulatoriali di altra necessaria natura?

Nessuna risposta fu data un mese fa a ben 18 Sindaci del Vulture Alto Bradano, che chiedevano soltanto di essere ascoltati e di sapere come mai, ad esempio, l’ospedale di Pescopagano, dotato di terapia intensiva, non fosse stato considerato.

Una struttura, quella di Venosa, che potrebbe continuare a funzionare con tutti i suoi servizi e in caso di necessità imminente essere pronta nel giro di pochissimo. Inoltre, a fronte delle ultime evoluzione che vedono la presenza anche di ospedali da campo disponibili in regione, risulta ancora più incomprensibile la scelta di continuare a pensare al P.O.D. di Venosa come indispensabile struttura Covid.

Stiamo assistendo ad una situazione paradossale. Con l’eventuale arrivo a Venosa di pazienti Covid-19 l’ospedale è destinato ad essere chiuso con buona pace per tutte le altre prestazioni ed attività sanitarie, vale a dire il punto di primo soccorso, che sparirà, ed il reparto dialisi con il trasferimento a Rionero dei pazienti con tutti i disagi che ne deriveranno. Si priverà, quindi, il Vulture-Melfese Alto Bradano di un presidio punto di riferimento per decine di migliaia di persone. Inoltre, l’ospedale da campo donato dal Qatar per i casi Covid non si sa ancora dove verrà allestito. Sarebbe opportuno che la Protezione civile, competente nella gestione ed organizzazione di questo ospedale, con la task force regionale Coronavirus e con l’Assessore Leone si pronunci e faccia chiarezza quanto prima. La struttura donata dal Qatar apre un nuovo scenario sull’impostazione che inizialmente era stata data alla gestione dell’emergenza regionale. Con la donazione del Qatar di due ospedali da campo da 500 posti per pazienti Covid-19 è naturale che l’ospedale di Venosa ritorni alla sua funzione originaria, cha va rafforzata, per fornire prestazioni e servizi sanitari in linea con quanto avviene nel Nord Italia. È l’unica strada percorribile per dare dignità ai lucani, che, è bene ricordarlo, determinano ogni anno per le cure sanitarie fuori regione una spesa di oltre 40milioni di euro.

Nei prossimi giorni, la Protezione Civile sentirà le Regioni per rivedere il piano delle strutture ospedaliere Covid. Bene: l’Assessore alla Sanità, Dott. Leone, che prima ancora di essere un politico è un medico, faccia la sua parte. Lo invitiamo ad indossare il camice, ad ascoltare la voce di pazienti, famiglie, operatori sanitari e si renderà forse conto che è necessario restituire i servizi/diritti sospesi al territorio tutto. E poi, da Assessore, venga incontro alle Istituzioni locali e alle rispettive comunità: tutto può essere ripristinato, perché nel caso in cui, e con la visita questa mattina è ancora più chiaro, se un eventuale aggravarsi della situazione dovesse richiedere l’utilizzo del P.O.D. di Venosa, quale reparto Covid, ognuno farà la sua parte e in 24 ore si risponderà all’emergenza. Neanche il Comune si sottrarrà a tutto questo.

Poi, passata l’emergenza, a fronte di tante spese, in termini di impianti e posti letto, si ridefinisca l’intera struttura: la Regione ha creato le basi per ripartire con un ospedale tutto nuovo, che consentirebbe la convivenza tra vecchi e nuovi servizi. Non è più tempo delle decisioni calate dall’alto, è il tempo del confronto con i territori per trovare soluzioni e dare risposte concrete.

Nel frattempo, il senatore Lomuti porterà a Roma la voce di Venosa.

Marianna Iovanni – Sindaca di Venosa
Gianni Leggieri – Consigliere regionale M5S
Arnaldo Lomuti – Senatore M5S

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