Purtroppo non c’è campagna elettorale che tenga per la potentissima lobby del petrolio, forte di un appoggio incondizionato degli ambienti governativi. Tra i regali natalizi dell’ultimo Consiglio dei Ministri del Governo Gentiloni compare il via libera all’istanza di autorizzazione per l’adeguamento delle strutture di logistica presso la raffineria di Taranto della società ENI S.p.a., considerata “la grande rilevanza strategica dell’opera per le politiche energetiche nazionali”. Una delle “strutture logistiche” potrebbe interessare il nostro territorio: parte del greggio lavorato a Taranto giunge alla raffineria ENI attraverso l’oleodotto Monte Alpi (condotta lunga 137 km) che collega Viggiano appunto alla città dei “due mari”.

Grazie alla semplificazione delle procedure in materia di conferenze di servizi varata dal Governo Renzi, Gentiloni ha cancellato ​una delle principali conquiste delle Regioni e dei movimenti ambientalisti ottenuta grazie alle battaglie del 2016 (referendum abrogativo di aprile e costituzionale del 4 dicembre 2017): la necessità dello Stato di ottenere l’intesa forte con le Regioni per autorizzare trivellazioni e rilasciare permessi in materia di  energia e governo del territorio.

Purtroppo, la decisione adottata il 22 dicembre scorso dal Governo Gentiloni rischia di essere la prima di una lunga serie: a meno che le Regioni non porranno la questione in sede di Conferenza Stato-Regioni, riaffermando le loro prerogative in materia di governo del proprio territorio.

Anche per noi non c’è campagna elettorale che tenga ragion per cui abbiamo posto all’attenzione del Consiglio la questione con una mozione che impegna la Giunta  a fare pressing sulla Conferenza Stato-Regioni per reintrodurre con la previsione dell’obbligo del raggiungimento di un’Intesa in senso “forte” tra Stato e Regioni ai fini dell’approvazione di progetti “petroliferi” e, in ogni caso, di produzione, trasporto e distribuzione  dell’energia.

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Gianni Perrino
Gianni Leggieri
M5S Basilicata – Consiglio Regionale

 

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