Nell’ormai lontano 2012, una delibera CIPE assegnava 41,72 milioni di euro alla Regione Basilicata per interventi nel settore ambientale e, in particolare, per 10 interventi di bonifica ricadenti nei Siti di Interesse Nazionale (SIN).

Ad oggi il bilancio dei 10 interventi previsti dall’Accordo di Programma Quadro Rafforzato (APQ) sottoscritto il 19 giugno 2013 dalla Regione Basilicata con il Ministero dello Sviluppo Economico (MISE) ed il Ministero dell’Ambiente e la Tutela del Territorio e del Mare (MATTM) è da considerarsi ampiamente negativo.

A poco servono le dichiarazioni goffamente rassicuranti dell’Assessore Pietrantuono che, in risposta ad una nostra interrogazione, ha maldestramente tentato di giustificare i notevoli ritardi che la Regione ha accumulato nella realizzazione degli interventi di bonifica dei SIN lucani. Di fatto la Regione Basilicata non avrebbe rispettato le c.d. “obbligazioni giuridicamente vincolanti” per 6 dei 10 interventi causando la revoca di circa 25 milioni di euro (cifra che Pietrantuono non ha saputo confermare nel suo intervento in Consiglio) confluiti in una sorta di ‘fondo calderone” in capo al MISE. Per stessa ammissione di Pietratuono non vi è alcuna certezza sul riutilizzo di tali fondi per le bonifiche SIN: e le ipotesi in merito formulate in aula dall’Assessore non mutano la sostanza della vicenda.

Nel frattempo la Regione, per dare una parvenza di attivismo sulla bonifica SIN, ha disposto lo stanziamento di risorse regionali – poche centinaia di migliaia di euro – al fine di “anticipare il lavoro” (cit. testuale di Pietrantuono) e farsi trovare pronti per un eventuale, auspicato rifinanziamento ministeriale.

Per quanto riguarda le cause dei ritardi e del conseguente ‘congelamento’ dei fondi, Pietrantuono ha evocato le condizioni di straordinarietà dei SIN lucani (citando la radioattività rilevata nel sito di Tito) e non meglio dettagliati intoppi burocratici sull’interpretazione delle norme del codice degli appalti.

Pietrantuono ci ha promesso, tuttavia, di integrare le scarne informazioni fornite in Aula con ulteriori approfondimenti (tra l’altro, non ancora pervenuti e per i quali abbiamo inoltrato richiesta ufficiale). In attesa dell’integrazione documentale, bastano le informazioni a nostra disposizione per affermare che la Giunta regionale ha dapprima sottovalutato l’oggettiva difficoltà della gestione degli interventi bonifica dei siti SIN e, poi, non è riuscita ad accelerare a livello procedurale facendosi, per ora,revocare i fondi statali. Un disastro, insomma.

Aspettando la documentazione di ulteriore approfondimento della situazione, ci permettiamo di suggerire all’Assessore di evitare autocelebrazioni quanto mai inopportune visti i colpevoli ritardi e le criticità accumulate sulla bonifica dei SIN lucani. I fondi stanziati dalla Regione per “anticipare il lavoro” sembrano pochi spiccioli rispetto a quelli ritornati, ci auguriamo solo momentaneamente, in capo al ministero. Fondi che, a loro volta, non si sa se sufficienti per completare gli articolati e complessi interventi di bonifica e recupero di aree interessate da pregresse attività industriali altamente impattanti sul fragile ecosistema locale.

Gianni Perrino
Portavoce M5S Basilicata – Consiglio Regionale

 

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