I numeri contenuti nella relazione della “sessione comunitaria” 2016 confermano che la Regione Basilicata, pur tra le regioni apparentemente più “virtuose” se si guarda il dato quantitativo della capacità di spesa dei fondi strutturali comunitari, continua ad essere affetta da un bubbone che appare inestirpabile: la bassa efficacia della spesa.

Infatti, la spesa pubblica alimentata dai fondi comunitari ha dimostrato di non riuscire ad innescare la produzione di nuova ricchezza e, tantomeno, la creazione di nuovi posti di lavoro: gli ultimi dati ISTAT sono impietosi, la Basilicata è al secondo posto (dopo la Calabria) nella classifica delle regioni più povere d’Italia. Il 25% delle famiglie lucane (1 su 4) vive in stato di povertà relativa (la povertà relativa si ha quanto una famiglia composta da due persone è in condizioni di povertà relativa se spende meno di 1050,95 mensili). Nel 2014 erano il 25,5%; ma nel 2013 erano 24,3%. Un dato che è superiore non solo a quello medio nazionale ma anche al 20,4% medio delle regioni nel Mezzogiorno. La tabella di seguito riportata è significativa di una totale assenza di efficacia delle politiche di inclusione e di contrasto alla povertà perseguite dalle due ultime programmazioni comunitarie 2000-2006 e 2007-2013:

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Se “l’obiettivo prioritario dei fondi strutturali è quello di ridurre le differenze di reddito tra le regioni europee” ([1]), in Basilicata questo obiettivo appare sistematicamente e clamorosamente mancato.

([1]) In “Un buon governo (locale) per i fondi strutturali” di A. Filippetti e L. Reggi, 11/12/2012, pubblicato in “LaVoce.it”, http://www.lavoce.info/archives/1673/un-buon-governo-locale-per-i-fondi-strutturali/

La scarsa efficacia dei fondi strutturali è confermata dalla persistenza di una altissima percentuale di disoccupati di lunga durata (65,2 per cento nel 2015 dei disoccupati totali pari al 13,7%, secondo i dati di Banca d’Italia; la disoccupazione è stata nel 2015 in leggera diminuzione grazie sostanzialmente agli sgravi contributivi introdotti all’inizio del 2015 dal Jobs Act). Questo significa che chi perde il lavoro, soprattutto in età avanzata, rischia in Basilicata di finire in un limbo (la disoccupazione di lunga durata) dal quale è quasi impossibile uscire, nonostante si spendano centinaia di milioni di euro di fondi comunitari.

Anche uno dei principali indicatori utilizzati dalla Comunità europea  (il PIL) per parametrare l’efficacia dei fondi comunitari appare mostrare segnali per nulla positivi per la Basilicata, fatta eccezione la leggera crescita del 2014 quasi totalmente influenzata dal settore ”automotive” (FCA-Fiat Melfi). Si veda la tabella di seguito riportata tratta dal quaderno n. 17/2016, “L’economia della Basilicata”, della Banca d’Italia:

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Quali sono le cause di questa persistente scarsa efficacia della spesa? L’efficacia dei fondi strutturali dipende da due fattori: decentramento e qualità dei governi locali ([1]).  

Nelle regioni con elevata qualità dei governi locali e maggiore decentramento politico, la spesa in fondi strutturali mostra un impatto positivo sulla crescita del reddito pro-capite. Nelle Regioni con bassa qualità dei governi, (…) i fondi non sembrano essere efficaci, in quanto la scarsa capacità amministrativa e istituzionale si traduce in scarsa progettualità, mancata sperimentazione di strumenti innovativi, incapacità di coinvolgere efficacemente gli attori locali”. Purtroppo, duole evidenziarlo, ma la semplice (cruda) constatazione dei numeri innanzi esposti fanno Regione Basilicata nel novero delle regioni a bassa qualità dei governi locali e, conseguentemente, a scarsa (o, addirittura, nulla) efficacia della spesa dei fondi comunitari.

Serve a poco, se non per dare fiato ad visione distorta delle finalità dei fondi comunitari, constatare che, oltre due anni dopo il termine del “sessennio” 2007-2013, la Regione Basilicata abbia disinnescato per quasi tutti i programmi comunitari il rischio di disimpegno automatico (ovvero di perdere i fondi comunitari a seguito della riduzione la quota di finanziamento comunitario e del corrispondente cofinanziamento nazionale di ciascun programma).

1. POR FESR Basilicata 2007-2013    

Per quanto attiene il Programma Operativo Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR) Basilicata 2007-2013, ecco come sono stati distribuiti i 791,14 milioni di euro a disposizione (superiori del 5%alla dotazione complessiva del programma, dotazione ridotta in corso 2016 a poco più di 601 milioni.

Attenzione: in data 17 dicembre 2015, per “mettere in sicurezza” la chiusura del programma operativo, l’Autorità di Gestione ha proposto all’Autorità per la Coesione Territoriale l’adesione della Regione Basilicata al Piano di Azione e Coesione (PAC):

–       riducendo di quasi 190 milioni la dotazione del POR FESR Basilicata 2007-2013 (da 791,14 milioni di euro a poco meno di 602 milioni);

–       spostando questa dotazione al PAC.

Attraverso questo “escamotage” – ratificato dalla Commissione europea il 19 maggio 2016, la Regione Basilicata ha evitato il disimpegno automatico dei fondi (vedasi tabella di seguito riportata).

([1]) Ibidem.

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La tabella e il grafico appresso riportati servono a mettere in luce quanto è stato speso sull’Asse Vi (inclusione sociale): poco meno del 12%, terz’ultimo (asse) come importanza. Sull’efficienza energetica si sono invece fatti passi avanti, anch’essi tuttavia non sufficienti a testimoniare la vera inversione di tendenza di un definitivo e irreversibile abbandono delle fonti fossili.

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L’inefficienza della spesa appare di palmare evidenzia se richiamiamo il passaggio della relazione che dà conto dei finanziamenti relativi all’ASSE I (accessibilità): la Basilicata, con poche eccezioni, resta difficilmente raggiungibile in treno e ha una rete autostradale assolutamente carente. La mobilità ferroviaria è molto carente o inesistente a  Matera e provincia.

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Una semplice analisi dei dati relativi alla spesa relativa all’ASSE II lascia basiti: anche nelletecnologie dell’informazione e della comunicazione (ICT) non si riescono a cogliere i benefici dei fondi comunitari finora spesi, atteso il digital divide che affligge molti territori della Basilicata:

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Se analizziamo la spesa suddivisa per beneficiario si conferma cenerentola la categoria delle micro, piccole e medie Imprese (PMI), essenziale “volano” dell’economia regionale, cui continuano ad arrivare poche briciole (solo l’8,63%) sugli oltre 601 milioni finora spesi:

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Insufficiente risulta anche l’attenzione verso i fondi di garanzia e consorzi fidi, strumenti molto importanti per la crescita e il consolidamento delle piccole e medie imprese. Nella percentuale del 25,65% di “Altri” della tabella soprastante sono inclusi i seguenti beneficiari:

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Nonostante la rimodulazione, permane una carente qualità della spesa evidenziata dalle tipologie di intervento: gli importi spesi per le acquisizioni di beni e servizi (spesa corrente), ove raffrontati con gli importi spesi per gli investimenti in infrastrutture (spese in conto capitale) e in aiuti (finanziamenti e servizi a singoli destinatari), continuano ad apparire gravemente sovradimensionati:

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2. POR  FSE Basilicata 2007-2013

Come evidenziavamo nelle considerazioni alla relazione relativa alla programmazione POR Fondo Sociale Europeo (FSE) Basilicata 2007-2013, questa riservava le sorprese più sgradevoli. Difatti, le percentuali relative alle spese certificate (265,5 milioni di euro) sul totale delle risorse programmate (oltre 322 milioni di euro), per quanto riguarda occupabilità e inclusione sociale (gli “assi” che stanno più a cuore del M5S Basilicata), sono senz’altro positive; ma se si vanno a vedere i dati assoluti (ovvero quanti occupati, quanti posti di lavoro i fondi comunitari FSE hanno prodotto in Basilicata), si scopre un amara verità: pochi e la gran parte con contratti di apprendistato!

Le considerazioni dello scorso anno sono purtroppo ancora attuali, nonostante si deve dare atto che una riprogrammazione effettuata l’8 dicembre 2015 ha spostato sui predetti assi (decisivi per il M5S9 un volume addizionale di risorse. Si veda la tabella seguente:

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Nonostante la rimodulazione dell’8 dicembre scorso, dai numeri forniti dalla relazione sussisterebbe il rischio di disimpegno automatico per  quasi 14,8 milioni di euro. Si vedano tabella e grafico di seguito riportati:

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3. PSR FEASR Basilicata 2007-2013   

Per quanto attiene il “Programma di Sviluppo Rurale” (PSR) finanziato a valere sul Fondo agricolo europeo per lo sviluppo rurale (FEASR) Basilicata 2007-2013 si segnala quanto segue:

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4. Il nuovo  Programma  Operativo  2014-2020  del  Fondo  Sociale  Europeo (FSE) per  la  Basilicata 

Approvato il 17 Dicembre 2014 dalla Commissione Europea il  Programma  ha  un  valore  complessivo pari a 826 milioni di euro come indicato nella tabella di seguito riportata,  di  cui  il  50%  rivenienti  da  sostegno dell’Unione Europea, il 35% dal fondo IGRUE (fondo gestito dall’Ispettorato Generale per i Rapporti finanziari con l’Unione Europea (IGRUE) della Ragioneria Generale dello Stato, presso il Ministero Economia e Finanze, MEF. La spesa è ammissibile a partire dal 1° gennaio 2014 e fino al 31 dicembre 2023.

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Attenzione però: la  Commissione  ha  raccomandato  il  rispetto  delle  seguenti “condizionalità  ex-ante”  di competenza regionale che devono essere rispettate entro il 31 dicembre 2016:

–          Documento  strategico  regionale  per  l’attuazione  dell’Agenda digitale  in  linea  con  la  strategia  nazionale; 

–          Piano  di  gestione  dei  rifiuti  e  delle  bonifiche; 

–          Piano  di  tutela  delle  acque; 

–          Piano  regionale  dei  trasporti; 

–          Piano  di  Rafforzamento Amministrativo (redatto e trasmesso per la valutazione alla Commissione a metà aprile 2015);

–           Legge  sulle  azioni  regionali  attuative  dello  Small  Business  Act; 

–           Strategia  di specializzazione  intelligente  (RIS3).

A meno di sei mesi dalla scadenza la Regione Basilicata, fatta eccezione per il “piano di rafforzamento amministrativo”, non si è dotata di nessuno di questi strumenti pianificatori preliminari.

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