In attesa del “reddito minimo di inserimento” di pittelliana fattura (che in realtà è un mero rimborso spese legato alla partecipazione ai soliti corsi di formazione), una misura che ha già palesato evidenti limiti innescando un’ennesima “guerra fra poveri” (difatti, molti dei vecchi percettori dei c.d. COPES ne sarebbero esclusi), il M5S Basilicata è riuscito a far passare un rafforzamento di una misura finalizzata al contrasto della disoccupazione di lungo termine, fenomeno drammatico che estromette dal mondo del lavoro un numero crescente di adulti di età superiore ai 32 anni. Purtroppo il fenomeno si sta ampliando: nel 2013 interessava già oltre 1.600 lucani, persone che già vivono (o che stanno lentamente scivolando in) una condizione di indigenza e di precarietà psicologica. Come ben descritto da psichiatri e psicologi, la prolungata assenza di un’occupazione può condurre  a gesti estremi. Da adulti si è psicologicamente più vulnerabili del giovane alla ricerca del primo impiego; si è difatti più esposti a “bilanci esistenziali” che, spesso, si trasformano in inappellabili sentenze di fallimento i cui effetti possono scardinare la propria autostima unitamente alla percezione della propria dignità personale, con ripercussioni profondamente negative sulla coesione (e sulla stessa sopravvivenza) del proprio nucleo familiare.

Se è vero che “la disoccupazione non ha età”, la sua gravità pare acuirsi con l’età: per tentare di contrastare questa vera e propria “piaga” sociale, il M5S Basilicata ha proposto la riscrittura di una norma regionale del 2002. Grazie all’emendamento del M5S, la norma ora stabilisce “che tutti i bandi regionali di sostegno alle iniziative produttive di beni o servizi, anche emanati o gestiti da enti, società o organismi, comunque denominati, direttamente o indirettamente partecipati o controllati dalla Regione, prevedono premialità correlate al numero dei nuovi occupati con contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato, assunti tra gli inoccupati o disoccupati da più di 12 mesi, dalle aziende candidate al finanziamento. Le predette premialità sono determinate in misura crescente rispetto all’età anagrafica e sulla base delle fasce individuate dall’Istituto nazionale di statistica”.

Speriamo che, anche grazie a questo ennesimo emendamento (stavolta recepito dalla maggioranza in Consiglio), il dott. Marcello Pittella e l’Avv. Vito Marsico possano finalmente apprezzare lo sforzo costante e propositivo del M5S nella ricerca di soluzioni concrete, semplici ma efficaci, a problemi così gravi. Adesso non resta che augurarci che le proposte di legge sull’introduzione di un vero reddito di cittadinanza (o “di dignità”), tra cui una a firma M5S, possano essere finalmente esaminate, eventualmente modificate e migliorate, ma approvate quanto prima nelle competenti commissioni consiliari regionali e in Consiglio.

Serve urgentemente varare una misura strutturale e permanente di sostegno al reddito dei lucani involontariamente disoccupati o inoccupati: questa sì che sarebbe la “rivoluzione democratica” gradita al M5S. Significherebbe ridare la dignità ai lucani disoccupati, liberandoli dai tentacoli di un sistema che li vorrebbe prigionieri sine die di lavoretti dequalificanti e di “corsi di formazione” farlocchi, costati, però, milioni di euro di soldi pubblici. Con il reddito di cittadinanza non ci sarebbero più sudditi e “clientes” ma cittadine e cittadini finalmente liberi di costruirsi un futuro di lavoro e di vita basati sulla qualità e sulla dignità personale.                          

Gianni Perrino
Portavoce M5S Basilicata – Consiglio Regionale

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