Si dovrebbe andare alle urne domenica 17 aprile prossimo per votare il referendum abrogativo promosso da dieci Consigli Regionali. Il condizionale è d’obbligo in quanto la decisione finale spetta al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che dovrà ufficializzare quanto deliberato ieri dal Consiglio dei Ministri.

Confidiamo nel buon senso del Presidente Mattarella, ultima speranza per scongiurare un inutile spreco di denaro pubblico stimato in circa 300/400 milioni di Euro: risorse che tornerebbero utili per tamponare le tante emergenze che attanagliano la nostra “povera Patria”.
Proprio ieri il M5s Basilicata ha ribadito tutto il proprio disappunto per le imbarazzanti dichiarazioni di Angelino Alfano. Oggi vogliamo stigmatizzare il silenzio plumbeo (o nero petrolio?) di Marcello Pittella che non ha speso nemmeno una parola sull’evoluzione del percorso referendario e sulle mosse chiaramente “sabotatrici” messe in campo da Renzi e dai giganti del petrolio.

I Cittadini, anche quelli innamorati di Matteo Renzi, molto sensibile agli interessi delle multinazionali che vogliono depredare e distruggere il territorio italiano, riflettano su questo ennesimo colpo al cuore della democrazia e della volontà popolare. Non è una novità che Renzi, inquilino di Palazzo Chigi senza essere stato eletto da nessuno, stia realizzando progressivamente quanto contenuto nel “piano di rinascita democratica” della P2 di Licio Gelli. Anche la riforma del titolo V della Costituzione prevede un pericoloso accentramento dei poteri a vantaggio del Governo e a discapito delle sacrosante prerogative dei territori.

Insomma, le ultime mosse del “ducetto di Firenze” cercano di depotenziare il referendum edi imbavagliare i cittadini, paralizzando quello che resta della democrazia in Italia. Ma i cittadini sapranno reagire votando SI’ all’abrogazione di quella parte della norma che permette di trivellare sine die nei fondali  dei nostri splendidi mari.

Gianni Perrino
Portavoce M5S Basilicata – Consiglio Regionale

 

Articolo precedente“Election day”: si potrebbero risparmiare ben 400 milioni di Euro, ma Renzi e Alfano preferiscono di no.
Articolo successivoIn consiglio regionale è andata in scena la politica degli inganni.