Quante volte facciamo decollare a parole l’economia lucana, in una regione che invece rimane sempre al palo?
Anche il ministro Federica Guidi, titolare del dicastero per «lo Sviluppo economico dell’Eni e della delocalizzazione all’estero delle imprese italiane» (la definizione è del portavoce M5S Vito Petrocelli), nel suo viaggio di ieri in Basilicata, cede alla politica della comunicazione di propaganda e disinformante, tipica del governo Renzi e del governo regionale di Pittella.
Infatti, dietro il bel titolo dell’evento, “Tavolo tecnico sul rilancio delle intese Stato – Regione Basilicata per l’accelerazione dello sviluppo regionale”, altro non si è celato che l’ennesimo tentativo di raddoppiare le estrazioni minerarie che dal 1997 in poi, è notorio, non hanno sviluppato né occupazione diretta né occupazione di filiera. Estrazioni, da portare, secondo il ministro, a 180 mila barili al giorno, pari circa al 12% degli attuali consumi nazionali, e pari, secondo i calcoli del suo ministero, a maggiori entrate nelle casse dello Stato per non meno di 30 miliardi di euro per i prossimi 20 anni.
Questa del ministro è stata l’ennesima proposta di sfruttamento del sottosuolo e non di investimenti strutturali in regione, a conferma che questa politica non ha riforme reali da proporre ai cittadini perché ha mani e piedi legati con le banche, le compagnie assicurative, la grande industria, le multinazionali del petrolio e la grande distribuzione. Perché èaccerchiata dal debito pubblico sempre più incontrollabile. Perché è incapace di liberarsi dei lacci e lacciuoli della politica clientelare. Perché è impossibilitata a liberare le economie dei territori locali (altrimenti finisce il potere del ricatto occupazionale verso i lavoratori e i disoccupati). Perché sottende esclusivamente, in Basilicata, a far fare cassa reale all’Eni e fittizia allo Stato.
Reale all’Eni, perché più estrae e più incamera profitti. Fittizia allo Stato perché questo Stato ha già rinunciato a farsi adeguatamente pagare dalle società petrolifere il possesso delle concessioni minerarie (costano appena 50 euro a kmq, contro le migliaia di euro delle altre nazioni) e perché la durata ventennale delle estrazioni in Basilicata, checché ne dica il ministro Guidi, è sconfessata dalla principale società di consulenza delle stesse società minerarie, Nomisma energia, la quale ha sempre parlato di mezzo miliardo di barili in Val d’Agri e di 300 milioni a Corleto. Al ritmo di circa 180 mila barili al giorno il conto è presto fatto: non più di 10 anni di estrazioni. Dunque, o mente Nomisma, o mente il ministro Guidi con i 30 miliardi di euro di tasse che, tra l’altro, non lo dice, se ne andranno quasi tutti, ad estrazioni finite, per la bonifica ambientale e sanitaria dell’intera Basilicata. Perché di certo non pagheranno le multinazionali.
A parte il fatto che se il governo Renzi rinunciasse, ad esempio,agli F35, di miliardi ne ricaverebbe 50, e non tra 20 anni, ma subito, il M5S fa rilevareche l’equazione sviluppo industriale ugualeoccupazione ha dimostrato proprio in Basilicata, in questi 30 anni di scelta economica precisa dei governi lucani, di essere falsa, dato che in questa terra si continua a essere o emigranti o disoccupati o sottoccupati. Bene dunque hanno fatto i portavoce M5S al Senato, Vito Petrocelli, alla Camera, Mirella Liuzzi, e regionali, Gianni Leggieri e Gianni Perrino, a rimproverare al ministro Guidi di essere venuta in Basilicata senza un reale progetto di investimenti economici, ma con la sola volontà di favorire le entrate dell’Eni e quelle clientelari della politica regionale e nazionale.
Petrocelli, nel suo intervento al tavolo tecnico,è stato l’unico a formulare una proposta economica alternativa, proponendo di lasciare il petrolio lucano nelle profondità del sottosuolo, a mo’ di futura riserva strategica nazionale, e di dare finalmente inizio a una rivoluzione industriale con una seria politica di investimenti nell’energia rinnovabile, per rendere gratuito, autosufficiente e autoproduttivo il fabbisogno energetico delle famiglie, delle aziende agricole e delle piccole e medie imprese della Basilicata. Avendo dal governatore Pittella, come risposta, l’accusa di essere «Fuori tema» a un tavolo per il rilancio dell’economia lucana, quando fuori tema è semmai un governatore e un ministro che non sanno produrre economia oltre i quattro soldi delle royalties. Il cui utilizzo sul territorio, tra l’altro, finora è stato solo clientelare.
I PARLAMENTARI DEL M5S
Vito PETROCELLI
Mirella LIUZZI
I CONSIGLIERI REGIONALI
Gianni LEGGIERI
Gianni PERRINO