Pare davvero incredibile: tanto che sembra di stare su “Scherzi a parte”. Certo che Adduce di errori clamorosi ne aveva commessi in questi tormentati (per la città) quattro anni di governo (si ricordano due delle tante “sviste” adduciane: la recente sentenza del TAR sul caso “Mulino Alvino” che vede soccombere il comune di Matera; la “tassa di ingresso” su camper e bus turistici, istituita e riscossa in palese violazione della legislazione in materia di entrate comunali).

Ma, stavolta, Adduce pare averla combinata davvero grossa: la sua ennesima giunta (la quinta in 4 anni) appena nominata integralmente “al maschile”, senza alcun assessore donna, è chiaramente illegittima!

Adduce ha ignorato almeno due norme di legge (oltre che un granitico orientamento giurisprudenziale) che impongono al Sindaco – anche nel caso di “azzeramento” con nomina di nuovi assessori – di assicurare la “parità di genere” attraverso la previsione di almeno il 40% di donne (o di uomini) in giunta, pena l’illegittimità della Giunta e degli atti dalla stessa approvati.

Bastava una semplice ricerca in qualsiasi banca dati giuridica per rendersi conto che il sindaco è tenuto a nominare la giunta nel rispetto del principio di pari opportunità tra donne e uomini, garantendo la presenza di entrambi i sessi.

L’articolo 46, comma 2, del Testo Unico degli enti Locali (T.U.E.L., D.Lgs. n. 267/2000) prevede infatti che “il sindaco” (…) nomina, “nel rispetto del principio di pari opportunità tra donne e uomini, garantendo la presenza di entrambi i sessi, i componenti della Giunta, tra cui un vicesindaco e un vicepresidente, e ne danno comunicazione al consiglio nella prima seduta successiva alla elezione”. Vi è poi la L. 7 aprile 2014, n. 56 (c.d. Legge “Del Rio”) che all’articolo 1, comma 137, recita: “Nelle giunte dei comuni con popolazione superiore a 3.000 abitanti, nessuno dei due sessi può essere rappresentato in misura inferiore al 40 per cento, con arrotondamento aritmetico.”

La quinta giunta Adduce nasce, quindi, illegittima e tutti gli atti che eventualmente approverà sarebbero insanabilmente viziati da tale illegittimità. Si tratta dell’ennesima, palese dimostrazione dell’imperizia, dell’incuria e dell’estemporaneità con le quali Adduce e la sua (variabile e mutevole) maggioranza hanno amministrato Matera in questi (lunghi e difficilissimi per la città e i materani) quattro anni.

Non resta ad Adduce che trarne, una volta tanto, le inevitabili conseguenze: rassegnare subito le dimissioni, liberando la città di Matera dalla cappa irrespirabile e insopportabile di improvvisazione e incompetenza. Matera merita finalmente un’amministrazione seria e affidabile. Un’amministrazione di cittadini per i cittadini.

Il portavoce M5S in Consiglio Regionale di Basilicata
Giovanni Perrino

Articolo precedenteAumento delle estrazioni petrolifere: ennesimo bluff a danno dei lucani
Articolo successivoQuattro anni di errori: Adduce chieda scusa alla città e si dimetta