“Chi non ha il coraggio di ribellarsi, non ha il diritto di lamentarsi!” è la frase che, da tormentone, i pentastellati novasiresi postano come slogan della loro campagna elettorale e che eloquentemente spiega la presenza stessa della lista nelle amministrative del piccolo centro ionico. Ci vuole coraggio e determinazione per cercare di incanalare la rabbia dei cittadini per la cattiva gestione politica locale, che perdura da anni e che sfiata nella misura in cui si arriva ad un bivio, davanti al quale la scelta è quella di trasformare l’inerzia della lamentela in attività, in voler fare.

Questo è il momento di mettersi in gioco, di “metterci la faccia” (pulita) e far uscire la voce in pubblico, non da solcati professionisti del politichese e nemmeno da fantomatici volti nuovi prestati alla vecchia tradizione partitica, che nasconde i simboli di un’appartenenza che, a livello nazionale, ormai ha contorni foschi, debole presa sulla popolazione e sfondi giudiziari che hanno allontanto molti, delusi da promesse non mantenute e dall’imperversare di una crisi ormai in uno stadio cronico.

Nessun politico di mestiere, nessuna falsa promessa, ‘solo’ idee e cittadini; semplici attivisti non in grado di riempire le piazze, né di radunare “claque” di sostenitori. La differenza c’è e si vede… ma deve vedersi, se il vento del cambiamento deve “spazzare via” il prodotto marcio per resettare lo schema anchilosato e corrotto e portare freschezza di idee e nuova energia; una spinta vigorosa che parta dal basso, nel senso di una democrazia partecipata e coinvolgente, che punti al bene comune, alla legalità, alla trasparenza, all’onestà, nell’ottica di “un ‘amministrazione a tempo pieno” che si assume un impegno serio davanti ai propri concittadini: quello di lavorare in condivisione di idee e di intenti, in cui ogni cittadino è partecipe della vita politica e amministrativa del proprio paese, nonostante non corrisponda a quello dei propri natali, ma che è quello in cui si vive, in cui ognuno opera per migliorarne la vivibilità.

Questo è quello che è uscito dalla voce ferma di Carmine Pasquale Suriano, candidato sindaco nella lista n.2, dal palco di p.za Plebiscito e dalla passione e dalla concretezza degli interventi di alcuni dei candidati che si sono presentati all’esigua popolazione radunata in ascolto del comizio, non senza la solita occultata presenza degli avversari che, probabilmente con stupore, hanno ascoltato la chiarezza del “je t’accuse” a chi ha portato Nova Siri allo stato attuale, con una situazione di bilancio in pre- dissesto, con le relative conseguenze in termini di aggravio fiscale e l’impegnativo peso di un’ ipoteca per le future ammistrazioni e generazioni.

“A Nova Siri ci vorrebbe un miracolo!” ha sottolineato ancora il portavoce Suriano, sarcasticamente, puntando il dito contro anche l’insinuarsi delle liste cosiddette “civiche”, cui il gruppo dei pentastellati non ha aderito per coerenza. L’artifizio non è infatti ben dissimulato dalle macchinazioni dell’uscente amministrazione che sapientemente sa mescolare il volto “nuovo”, ma “nominato” di chi si presta a quei poteri forti che hanno stretto nella morsa tra “PDL e PdmenoL” e proprio rimarcano quello che i novasiresi pensano, già sanno o si scambiano nelle solite chiacchiere davanti al caffè; quello che in tanti dicono sentendosi imprigionati nella dualità di poteri che è stata rappresentata dai due ex senatori che hanno schierato e diviso in fazioni il paese, con il palese risultato del degrado e dell’abbandono in termini di sviluppo occupazionale, di turismo e di servizi.

Eppure Nova Siri ha le risorse naturalistiche e paesaggistiche, è dotato di grosse potenzialità in termini materiali ed umane, se solo si avesse il coraggio o si volesse veramente cambiare verso e dare vento alle vele dei cittadini che, liberi, onesti e indipendenti, propongono parole semplici e schiette e vogliono costruire il cambiamento.

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