Il signor Saletti, nell’articolo “Il Movimento 5 Stelle e l’incultura democratica”, apparso alcuni giorni fa su “Il Fatto Quotidiano” delinea la neo eletta Lombardi come la personificazione della intransigenza di hitleriana memoria, quella cieca, sorda, scollata dalla realtà e come tale pericolosa; la definisce arrogante e dipinge gli attivisti del movimento come soggetti sprovvisti di volontà propria, lobotomizzati o, se vogliamo telecontrollati dallo psicogurucomico.

Mi sono presa la briga di leggere altri articoli, scritti dal signor Saletti (una fatica per arrivare alla fine!) e ho avuto l’impressione di trovarmi di fronte a quel meccanismo psicologico chiamato proiezione, che ci consente di mettere fuori ciò che ci appartiene ma che non ci piace, nel caso di Saletti l’arroganza appunto, così che la si può vedere e criticare.

Inoltre scrivere : “Non dobbiamo incontrare le parti sociali….ed io sono Napoleone” è diverso da. :“..Noi non incontriamo le parti sociali …” come invece pronuncia la Lombardi Come criminologo sa che l’uso di alcuni termini (il verbo dovere che esprime obbligo, imperativo), piuttosto che altri (come il neutro incontrare) possono solleticare corde emozionali diverse. Il suo “Non dobbiamo…..ed io sono Napoleone” induce nel lettore il desiderio di prendere le distanze dalla Lombardi, di non sporcarsi con certe emozioni negative (arroganza, spocchia, presunzione) perché socialmente inaccettabili, e condiziona il lettore fino all’ultimo rigo, alimentando il vissuto di cui sopra e la fantasia che i “seguaci” del movimento siano effettivamente dei decerebrati, che abbiano già in bocca le parole del Guru-comico, pronte per essere sfornate all’uopo. Scrive poi, che per fare politica ci vuole competenza, che è pericoloso consegnare il Paese nelle mani di chi passa dal megafono umano (punta di sadismo?) al Parlamento. Mi viene da chiedere: quale mappe emotive usa il signor Saletti per leggere la realtà e soprattutto dove ha vissuto negli ultimi vent’anni.

Ma la Lombardi nel video non fa affatto vibrare le corde emotive che lei tanto agita in faccia ai lettori de “Il Fatto Quotidiano”. Il comunicato è chiaro. Riferendosi a Bersani dice: “Lei che asserisce la necessità di incontrare le parti sociali, di dialogare con la gente ecc ecc. , ora quelle parti sociali ce l’ha di fronte, quelle parti sociali siamo noi. Li rappresentiamo e visto che oggi ci troviamo faccia a faccia, dentro il Parlamento e non fuori, non può più prenderci in giro”. Chiaro no? Appare emozionata, a tratti impacciata, ha commesso qualche errore di grammatica, e allora?

Non si finirebbe più di scrivere se volessimo elencare gli errori e gli scempi commessi dai politici navigati. Il risultato di oggi è tale grazie anche al corposo silenzio di moltissimi giornalisti schierati e intellettuali dormienti che, come dice il professor Viroli avrebbero dovuto invece vigilare e contrastare un certo tipo di cultura che si è diffusa in tutta Italia. Ma com’è possibile, non aver inteso in questa maniera le parole della neo-eletta? E’ così lineare, non ci sono sbavature, sofismi o fraintendimenti, non è la pubblicità del “..Chissà cosa c’è dietro?”

Perché tanto accorato accanimento distruttivo? Forse perché è il M5S? + A me sembra che lei, così come per molti giornalisti (mi viene in mente Scanzi tanto per fare qualche esempio) , esperti in “psi” e uomini di cultura (Roberto Vacca, un vero luminare) , Grillo è ormai l’oggetto persecutore, la parte cattiva che deve essere distrutta a tutti i costi, la parte peggiore della specie umana che non deve sopravvivere. Quasi come un giocattolo pericoloso da aprire per vedere cosa c’è dentro prima di distruggerlo definitivamente. E poi detto con franchezza la lettura dei suoi articoli produce un vissuto strano, quasi una sorta di isomorfismo con la sua faccia: da patibolo, come hanno scritto.

Forse un po’di umiltà non farebbe male! Personalmente vorrei che il mondo fosse invaso da folli che abbiano coerenza, intransigenza, saggezza nel sapere quando essere transigenti, onesti, che auspichino la meritocrazia e che intendano la Politica non come la dimora del re, ma un luogo di sobrietà abitato da gente umile ed educata. Una persona che desidera tutto questo in effetti è molto pericola!

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