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Il tribunale di Potenza ha condannato a 2 mesi e 20 giorni per rivelazione di segreto d’ufficio il tenente della polizia provinciale Giuseppe Di Bello e ha rinviato a giudizio Maurizio Bolognetti (6/06/2012).

Incontriamo Di Bello e ci facciamo raccontare la sua storia. Crediamo che la sentenza di condanna di Di Bello e Bolognetti da parte della Procura di Potenza sia un insulto alla loro passione civile e all’impegno, anche professionale, che hanno speso per la salvaguardia della salute dei cittadini lucani e del loro territorio.

Una sentenza da rispettare ma di cui aspettiamo di leggere le motivazioni per capire e discutere come abbia potuto la rivelazione di segreto d’ufficio essere stata prevalente nella decisione del giudice rispetto al pericolo per la salute dei lucani e alla tutela delle acque e rispetto a quanto dichiarato nella Convenzione di Aarhus.

Ma se i giudici stanno applicando la legge, davvero non capiamo il motivo per cui l’alloraassessore all’ambiente della Regione Basilicata, Vincenzo Santochirico, si sia precipitato in Procura per denunciare Di Bello e Bolognetti. Non lo capiamo perché il Santochirico, dalla posizione istituzionale che rivestiva nel 2010, avrebbe dovuto saperecome si lavorava all’ARPAB, avrebbe dovuto conoscere i parametri fuori normadell’inceneritore Fenice di Melfi.

Oggi il Tenente Di Bello risulta trasferito al Museo Provinciale di Potenza. Noi ci sentiremmo più tranquilli se a spolverare le teche i giudici avessero mandato l’ex assessore Santochirico, l’ex direttore dell’ARPAB Sigillito e il dirigente della stessa agenzia Bove.

Detto questo il Movimento 5 Stelle di Matera coglie l’occasione per rinnovare la propria stima nei confronti del Tenente Giuseppe Di Bello e del Segretario dei Radicali Lucani, Maurizio Bolognetti.

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