Le 84 barre di uranio-torio provenienti da Elk River e stoccate a Rotondella, nel centro Itrec in provincia di Matera, in Basilicata, sono americane o italiane? Se sono americane, come mai non sono state “rimpatriate” in America, grazie agli accordi di Seul, insieme al “materiale nucleare strategico” rispedito negli Usa via mare (dal porto di Trieste) dall’Austria e dal Piemonte? E se sono, invece, italiane, quando, come e perché lo sono diventante, visto che quasi contemporaneamente al loro arrivo in Italia, la tecnologia nucleare di riferimento fu dichiarata obsoleta e fu  dismessa dagli stessi americani? Infine, oltre a 3 mc. di “Prodotto Finito” il combustibile liquido riprocessato da 20 delle 84 barre di Elk River, cosa si ottiene al centro Itrec lucano dai riprocessamenti di materiale radioattivo, vista la militarizzazione del sito e dei periodici trasferimenti di materiale nucleare da e per destinazioni ignote? Anche plutonio?
Il senatore Vito Petrocelli è stato ricevuto all’ambasciata americana dove ha consegnato una lettera ufficiale per l’amministrazione di Barack Obama nella quale sono state chieste spiegazioni sui tanti dubbi che i cittadini lucani nutrono su ciò che accade all’intero della struttura nucleare realizzata quasi in riva al Mar Jonio.
La lettera ufficiale è stata condivisa e controfirmata anche dalla Portavoce Mirella Liuzzi, non presente alla visita in Ambasciata perché bloccata alla Camera dagli accesi lavori di aula di ieri, giovedì 5 dicembre. L’attività dei due parlamentare lucani, in attesa di una risposta ufficiale del Governo Usa, sarà ora rivolta ad avere spiegazioni dirette dal Governo italiano e dalla “consociata” Sogin, la SpA pubblica che gestisce il decommissioning del nucleare italiano e che dovrà indicare entro il 2015 il sito unico nazionale del deposito di scorie nucleari, altra questione che, dal 2003, svela uno dei nervi scoperti degli abitanti della Basilicata.
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