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Come preannunciato, il portavoce in Consiglio Regionale, Gianni Perrino, ha deciso di non leggere la sua replica alla relazione di Pittella sulla programmazione dei fondi comunitari 2014-2020. Riteniamo alquanto deprimente assistere allo spettacolino delle repliche al presidente, è come partecipare ad una sagra della retorica, a tratti sconcertante, non si  riesce veramente a capire cosa possa scaturire da una relazione letta mentre gran parte dell’aula è impegnata nella lettura di quotidiani, nell’aggiornamento di social network e nelle trattative di partito (il PD lucano è alle prese col congresso).

Gianni Perrino ha sollecitato ancora una volta il consiglio ad affrontare le decine di interrogazioni protocollate da mesi oppure discutere le numerose mozioni, di cui alcune di importanza fondamentale, ma evidentemente per la maggioranza le priorità sono ben altre.

Di seguito alcune delle considerazioni presenti nella relazione che il portavoce Perrino ha consegnato direttamente al presidente Pittella.

Sappiamo bene che, in riferimento al ciclo di programmazione 2007-2013, la Basilicata ha registrato la più elevata capacità di spesa tra le regioni del Mezzogiorno per il POR FSE e la seconda, dopo l’Abruzzo, per il POR FESR. Per il 2007-2013 la Regione ha avuto una dotazione di 1742,5 milioni di euro; secondo i dati della spesa certificata dall’ex Ministero della Coesione Territoriale e dal Ministero delle Politiche Agricole, al 31 dicembre 2013 ne erano stati spesi 1099,2 milioni.

Vediamo precisamente i risultati dei tre programmi: 1) dei 752,2 milioni di euro di POR FESR sono stati spesi 445,4 milioni, rimangono quindi 306,8 milioni; 2) dei 322,4 milioni di euro di POR FSE sono stati spesi 230,5 milioni, rimangono quindi 91,9 milioni; 3) dei 667,9 milioni di euro di PSR FEASR sono stati spesi 423,3 milioni, rimangono quindi 244,6 milioni. In conclusione la Regione Basilicata entro il dicembre 2015 deve spendere 643,3 milioni di euro se non vuole restituire a Bruxelles il contributo comunitario. Inoltre, per il ciclo 2014-2020 la Regione Basilicata ha una dotazione di 1,114 miliardi di euro. Fino al 2020 la Basilicata avrà quindi almeno 1,8 miliardi di euro da spendere.

Decine di milioni di euro del FSE sono stati infatti spesi in “corsi di formazione”, e in progetti dai nomi più estrosi e fantasiosi quali: “works experience”, “ponte per l’occupazione”, “giovani eccellenze lucane”, ecc..

Quali sono i risultati concreti di tali misure, di tali progetti?

Lo certifica persino un economista di scuola bocconiana, Roberto Perotti, professore ordinario di macroeconomia all’Università Bocconi, il quale evidenzia il modo in cui sono stati spesi i fondi comunitari in Basilicata nel suo ultimo studio “Il Disastro dei Fondi Strutturali Euroei”, appena pubblicato nella rivista LaVoce.info. Facendo riferimento al progetto “GEL” – “Giovani Eccellenze Lucane” e citando uno studio della regione Basilicata, Perotti evidenzia che il progetto “ha finanziato 76 assegni di ricerca ad altrettanti giovani laureati in 7 centri di ricerca lucani riconosciuti, per una spesa totale di 2.538.700 euro. Questo significa una spesa di 33.400 euro per persona – un importo ragionevole per un posto di lavoro. Senonché questo progetto aveva un orizzonte di un anno esatto: finito l’anno, gli assegnistisi sono ritrovati tutti a piedi”. Di fatto, il progetto è stato solo un modo per dare un cospicuo assegno di disoccupazione per un anno a 76 giovani.

Ma anche il progetto denominato “un Ponte per l’occupazione” per il quale risulta che la Regione Basilicata abbia speso circa 30 milioni di euro, si è rivelato un clamoroso fallimento: un “Ponte” sospeso nel vuoto che non ha portato a nulla per la stragrande maggioranza dei giovani che vi ha preso parte!

Dei 600 giovani nel 2011, oggi se ne contano solo 416. A questi 416 giovani sono stati erogati circa 500 euro al mese per due anni. Un altro (misero) sussidio di disoccupazione “mascherato”. Dopo una fase di orientamento e i primi corsi tenuti presso Apofil e Ageforma (le costosissime agenzie per la “formazione” delle Province di Potenza e Matera) e nei centri per l’impiego, è seguita la fase di formazione presso le società o enti di formazione prescelti dalla Regione ed infine gli “stage” in azienda. Stage che avrebbero dovuto rappresentare un importante momento di orientamento dei partecipanti al progetto sul mondo del lavoro ed aprire a concrete opportunità di assunzione in imprese o aziende anche extraregionali. Ma dopo lo stage, terminato tra settembre e ottobre dello scorso anno, e dopo un “esame finale”, per la quasi totalità dei 416 giovani partecipanti al progetto c’è stato il nulla pneumatico.

Il M5S Basilicata farà tutto quello che è possibile fare (ed anche oltre) per evitare che il “tesoretto” rappresentato dagli 863 milioni di euro fondi strutturali del nuovo ciclo di programmazione 2014-2020 venga speso, o meglio, dilapidato nello stesso modo in cui è stato, fino ad oggi, letteralmente sperperato.

Come Adriano Olivetti, il M5S Basilicata pensa “allla fabbrica per l’uomo, non l’uomo per la fabbrica (…) Occorre superare le divisioni fra capitale e lavoro, industria e agricoltura, produzione e cultura. (…).” La Basilicata, a nostro avviso, possiede le stesse armi “segrete” che possedeva la fabbrica olivettiana: “i libri, i corsi culturali, l’assistenza tecnica nel campo della agricoltura. In fabbrica si tengono continuamente concerti, mostre, dibattiti. La biblioteca ha decine di migliaia di volumi e riviste di tutto il mondo”. Olivetti faceva lavorare fianco a fianco intellettuali, scrittori, artisti, operai alcuni anche con ruoli di vertice. “La cultura qui ha molto valore”, ripeteva. Ecco, sono gli investimenti in cultura, in ricerca, in innovazione i soli investimenti che possono rendere utopie possibili mète che paiono illusorie e irraggiungibili.

Gianni Perrino

Portavoce M5S Basilicata – Consiglio Regionale

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