Riflettori accesi dai parlamentari e i consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle lucano sulla Centrale del Mercure, impianto a biomasse situato nel Parco Nazionale del Pollino, in territorio calabrese, a pochi chilometri dal confine con la Basilicata.

Si tratta di una centrale per la produzione di energia elettrica dalla potenza di 35 MW che, di norma, dovrebbe essere alimentata da scarti dell’agricoltura e forestali. Tale impianto nato nei primi anni ’60, ha visto susseguirsi nella sua storia una serie di traversie, legate alla sua inadeguatezza ambientale. L’impianto chiuse negli anni ’90 e dopo una riconversione avvenuta nell’anno 2000, non entrò in funzione per il braccio di ferro tra Enel da un lato e Comuni del territorio, associazioni ambientaliste e comitati di cittadini dall’altro, contrari alla riattivazione per motivi di tutela ambientale. Solo nell’estate del 2015 il Consiglio dei Ministri ha dato il via libera alla sua apertura.

La preoccupazione di cittadini ed attivisti lucani di Rotonda e Viggianello ha indotto i neo eletti in Parlamento del Movimento 5 Stelle, Agnese Gallicchio, Saverio De Bonis, al Senato e Luciano Cillis alla Camera, ed i consiglieri regionali Gianni Leggieri e Giovanni Perrino, a portare la voce delle popolazioni locali all’attenzione dei Comuni interessati dall’attività della Centrale in questione.

In particolare gli stessi hanno invitato i sindaci di Rotonda, Viggianello, Castelluccio Inferiore, Castelluccio Superiore, Laino Borgo, Laino Castello, a convocare i Consigli Comunali in seduta congiunta e pubblica con all’ordine del giorno quanto emerso dall’operazione Stige. Tanto al fine di intraprendere le azioni più opportune da mettere in campo e richiedere i controlli sul territorio necessari per impedire possibili infiltrazioni della criminalità organizzata nel traffico di materiali non consentiti dalle norme.

Tale invito è stato inoltrato anche alla luce del potenziale pericolo, oltre che per i disboscamenti illegali, anche per eventuali pericoli legati ad ipotesi di smaltimento illecito di rifiuti tossici e radioattivi, attività tipizzante i traffici delle mafie locali. A rafforzare lo stato di allerta, i parlamentari ed i consiglieri sottolineano anche i pericoli per il patrimonio ambientale della Basilicata.

Di fatto, con una delibera di Giunta della Regione Basilicata del 19 luglio scorso, il Governo Pittella ha dato il via libera al reperimento sul suolo lucano di materiale da conferire alla Centrale del Mercure. Per un impianto di così sovradimensionata potenza, si concretizza il rischio che si possa trasformare in qualcosa di più simile ad un’onnivora fornace divora-boschi, strumentale ad attività illecite.

I portavoce fanno poi notare che la centrale per il suo funzionamento, oltre ad immettere nell’aria scarti della combustione come il monossido di carbonio, risulti anche antieconomica, in quanto mantenuta in attività in larga parte dagli incentivi a fondo perduto e solo in minima parte dalla vendita effettiva di elettricità.

Pertanto l’appello dei portavoce pentastellati ai Comuni è quello di alzare la guardia sul territorio a salvaguardia dell’ambiente e della salute dei cittadini. Il 31 di maggio è atteso il pronunciamento del Consiglio di Stato che potrebbe imporre uno stop auspicabilmente definitivo ad un modo di produrre energia non rispettoso della natura.

I portavoce sottolineano che il M5S non è per il No a qualsiasi impianto bensì a favore di tutte le tecnologie ed impianti veramente rinnovabili come ad esempio il solare di nuova generazione che ben si sposerebbero con le esigenze di riconversione ambientale ed economica dell’esistente.

I portavoce del M5S:
Agnese Gallicchio e Saverio De Bonis, Senato della Repubblica
Luciano Cillis, Camera dei Deputati
Giovanni Perrino e Gianni Leggieri, Consiglio Regionale Basilicata

Articolo precedentePedicini, Perrino e Leggieri: a rischio 77 milioni di euro di fondi europei per la Basilicata.
Articolo successivoMancato Bilancio, Pittella promette mari e monti con la sua finanza creativa.