Voglio credere alla buona fede del Presidente De Filippo.
Ad alcuni di noi sembra incomprensibile una presa di posizione a favore di una moratoria delle trivellazioni a venire da parte di chi, fino all’altro giorno, sottoscriveva intese di raddoppio, organizzava i convegni con le compagnie petrolifere e ostentava la tranquillità del tuttappostismo.

La mia valutazione però sul provvedimento non può che essere politica, per le mie povere competenze e per aver letto un parere puntuale da chi invece di competenze può vantarne e che ha definito l’art. 19 septies inutile e illegittimo.

Per questo devo credere alla buona fede del Presidente. Quale altro motivo potrebbe indurre la massima carica istituzionale in Regione, sapendo di promulgare un articolo inutile e illegittimo, se non il ravvedimento? Se non la richiesta di perdono da parte dei suoi concittadini per aver arrecato tanto danno al suo territorio e così pochi benefici?

Proprio ieri leggevo il comunicato stampa dell’EHPA, dei nostri amici, la professoressa Colella e il tenente Di Bello, e per l’ennesima volta i dati delle analisi delle acque degli affluenti del Pertusillo e delle acque nel suo invaso erano allarmanti. Non nego la rabbia che ho provato sapendo che le agenzie deputate al monitoraggio ambientale del territorio continuano a esprimere pareri tranquillizzanti mentre è in atto un disastro ambientale, mentre la soluzione che si immagina potrebbe essere lo svuotamento delle acque invasate e la bonifica dei sedimenti della diga infognate da rifiuti dell’attività petrolifera.

Sono certo che il ravvedimento si riferirà anche all’aver definito barbari oppositori quei cittadini e Sindaci oltre il confine regionale che hanno negato i permessi di ricerca alla Shell.

Come sono certo che l’art. 19 septies vuole esprimere il rammarico di De Filippo per i posti di lavoro che il petrolio non ha prodotto perché, come poteva saperlo, le compagnie petrolifere investono tanto capitale ma hanno poco bisogno di manodopera.

Tante altre leggerezze sono ben descritte in questo articolo pubblicato sul sito della OLA e non sarò certo io, l’ultimo arrivato, a fare l’ennesimo elenco delle negligenze di questi anni. Certo è che se De Filippo avesse acconsentito prima ad un confronto con i volontari delle associazioni ambientaliste militanti, forse ci saremmo risparmiati tanti danni e malanni.
Se qualche volta avesse letto un articolo della dottoressa D’Orsogna o avesse assistito a una conferenza di Antonio Bavusi o avesse sentito il parere del professor Ortolani, forse la volontà di bloccare tutto e di essere creduto sarebbe arrivata prima e con beneficio per tutti.

Ora il Presidente rende pubblico in un emendamento del disegno di legge di “assestamento del bilancio” il suo ravvedimento, istituzionalmente inutile e illegittimo, ma tant’è, scusandosi per aver preso delle decisioni per un fine superiore, “per il Paese”, e tra le righe chiede perdono perché “tutti prima o poi, siedono al banchetto delle conseguenze”.

Io voglio credere al ravvedimento del Presidente De Filippo, chiederà a Dio il perdono ma, per quanto mi riguarda, non siederà al banchetto delle conseguenze perché il suo prossimo atto dovrebbe essere quelle di firmare le sue dimissioni: unico suo atto credibile.

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