Apprendiamo dagli organi di stampa di un altro clamoroso sviluppo della “saga” relativa all’ospedale “fantasma”, l’Ospedale Unico di Lagonegro. Dopo gli accertamenti  della Guardia di Finanza, dai quali parrebbe emergere un danno erariale di circa 2 milioni di Euro e che hanno visto la segnalazione alla Corte dei Conti di 18 persone tra cui gli ex governatori Bubbico e De Filippo, la Regione Basilicata sembrerebbe orientata a rescindere il contratto con la Società Ospedaliera Lucana (SOL), ovvero con la società aggiudicataria dei lavori per la costruzione dell’ospedale.

Quali i motivi di questo provvedimento? La SOL avrebbe chiesto alla Regione altri 28 milioni di euro per iniziare i lavori, ulteriore aggravio di spesa che sarebbe dovuto a “inconvenienti e imprevisti incontrati in fase progettuale per le condizioni geostatiche e geognostiche del terreno sul quale dovrebbe sorgere l’ospedale.”  Un’opera dal budget faraonico che ha già visto un’esponenziale lievitazione dei costi preventivati a carico delle finanze regionali, passati da 42,058 milioni di euro a ben 100,45 milioni di euro.

Quanto alle invocate “condizioni geostatiche e geognostiche del territorio”, era più di un decennio che si sapeva che l’area individuata per l’edificazione dell’ospedale non fosse adatta. Ecco cosa si legge nel progetto di fattibilità redatto dal dott. Capezzera Antonio del Dipartimento Sicurezza e Solidarietà Sociale della Regione Basilicata e approvato nel 2003: “la caratteristica del lotto e la sua natura geologica hanno non poco condizionato la progettazione del presidio ospedaliero”; inoltre si riferisce di  “sbancamenti” da  contenere e della necessità di “tenere la struttura sufficientemente lontana da quella  parte del lotto che presenta una morfologia alquanto accidentata con presenza perfino di acqua superficiale”.

Nonostante tutto, l’opera, considerata “urgente”, è andata ‘avanti’: la SOL ha cominciato con le procedure di esproprio complicando ulteriormente il quadro dell’intricata vicenda. Un quadro reso drammatico da quella che appare come una vera e propria odissea, il cui racconto è stato stranamente ignorato da quasi tutti i media locali: si pensi  allincubo vissuto dalla famiglia Viceconte che dal  27 marzo scorso è stata letteralmente “sbattuta” fuori dalla propria casa senza ricevere l’indennizzo  per l’esproprio previsto per legge.

Il M5S si è già occupato di tutta la brutta storia dell’ospedale “fantasma” di Lagonegro con un’interrogazione protocollata a luglio di quest’anno: un atto dettagliato con il quale si cerca di fare chiarezza sull’ennesimo “caso” lucano. L’interrogazione, pur essendo stata più volte calendarizzata nelle varie sedute ispettive degli ultimi mesi, resta tutt’ora senza risposta. Pittella, Berlinguer o chi per lui, venga finalmente in aula a dire la verità su questo enorme pasticcio ventennale, ponendo fine ad un odioso gioco delle parti perpetrato sulla pelle dei comuni cittadini.

Gianni Perrino
Capogruppo M5S Basilicata – Consiglio Regionale

 

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