Questa mattina ho partecipato alla Conferenza pubblica partecipativa, indetta dal Comune di Melfi, per discutere sul Progetto del Biomethane Plus di San Nicola di Melfi. Si tratta di un nuovo impianto per il trattamento della frazione organica di rifiuti solidi urbani che potrebbe essere realizzato nella zona industriale di San Nicola di Melfi. Nel mio intervento ho ancora una volta rimarcato il “sacrificio” dell’area del Vulture e dell’intera Basilicata. L’area Nord della regione ha già dato – si pensi alle discariche di Atella e Venosa – e non può permettersi di ospitare altri siti dai quali verranno emessi agenti impattanti. Nel Vulture, inoltre, si trovano un inceneritore nella zona di San Nicola di Melfi (Fenice) e un cementificio, sito nel territorio di Barile, che tratta Css, oltre la stessa FCA. Come se non bastassero questi siti, si ripresenta oggi la possibilità di impianto per il trattamento di rifiuti, sempre nell’area di San Nicola di Melfi.

È chiaro che si tratta di un progetto che si va ad inserire in un territorio già fortemente penalizzato e martoriato da un punto di vista ambientale. Un territorio che si deve mobilitare e che deve pretendere dalla Regione Basilicata maggiore rispetto ed attenzione. A questo punto occorre mettere in campo tutte le azioni possibili per arginare questa situazione, azioni che devono essere portata avanti da tutti, cittadini e istituzioni.

Inoltre, voglio ricordare anche che purtroppo a Venosa è stato già approvato il progetto di un impianto di biometano, particolarmente impattante per il territorio e l’agricoltura di qualità che lì si realizza. Siamo costretti a subire una vera e propria colonizzazione a opera di società e multinazionali che hanno individuato nella Regione Basilicata a una vera e propria terra dell’oro, il luogo ideale dove fare affari senza troppi problemi.

Mancanza di regole, mancanza di controlli e assenza totale di programmazione, unitamente a una connivenza politica, fanno si che chiunque può venire in questa Regione e impiantare un mega impianto eolico, anche a ridosso di un antico castello, un pozzo petrolifero, magari a pochi metri da un centro abitato o da un ospedale, o ancora un impianto FORSU, magari in una zona già caratterizzata dalla presenza di aziende agroalimentari. La Basilicata non deve essere la pattumiera d’Italia, i lucani non lo meritano.

Gianni Leggieri
Portavoce M5S Basilicata

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