Non c’era bisogno delle ricerche nordeuropee per capire che i livelli di corruzione nella nostra regione sono evidenti eppure è arrivato anche questo certificato. La ricerca svedese fa riferimento all’anno 2017. Chissà quali esiti avrebbe avuto se fosse stata effettuata dopo gli incresciosi fatti messi a nudo dall’inchiesta della Procura di Matera  su concorsi truccati e nomine pilotate nella sanità lucana.

D’altronde, si sa che la cultura scandinava è esattamente agli antipodi rispetto a quella italica. Un Pittella svedese avrebbe rassegnato immediatamente le dimissioni e affrontato serenamente tutti i gradi di giudizio di un processo penale. Qui invece, il Pittella reale, quello lucano 100%, si limita a rispettare la sospensione dalla carica ed a lanciare messaggi criptici relativi alla corsa a governatore all’interno del suo partito.

Anche Quinto e Benedetto, sembrerebbe siano tornati a lavoro, seppur lontani dalla sede di Matera. In molti si chiedono come sia possibile che questi signori possano trovarsi di nuovo al loro posto di lavoro come se nulla fosse accaduto. Tutto lecito, perché sono venute meno le esigenze cautelari dei giudici e perché, naturalmente, vige il principio della presunzione di innocenza. Tuttavia è bene evidenziare che le pubbliche amministrazioni sono tutte dotate di un codice di comportamento previsto dal D.P.R. 16 aprile 2013, n. 62. Il D.P.R.  costituisce la base minima e indefettibile di ciascun codice di comportamento adottato dalle stesse PA: esso, infatti, definisce i doveri minimi di diligenza, lealtà, imparzialità, e buona condotta che i dipendenti pubblici sono tenuti ad osservare. Il Codice di Comportamento dei pubblici dipendenti non ha una dimensione “valoriale”, ma disciplinare. Infatti, con tale codice di comportamento si applica il nuovo regime degli effetti giuridici e delle responsabilità conseguenti alla violazione delle regole comportamentali.

Lungi da noi voler emettere sentenze inappellabili nei confronti di coloro che sono stati coinvolti nel ciclone giudiziario dello scorso luglio; abbiamo, però, ritenuto doveroso – in attesa che la giustizia faccia il suo corso – chiedere ai commissari delle due Aziende Sanitarie (ASM e ASP) ed ai direttori generali del San Carlo di Potenza e dell’IRCCS CROB di Rionero se siano stati avviati procedimenti disciplinari nei confronti dei dipendenti coinvolti direttamente nell’inchiesta della Procura di Matera.

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Gianni Perrino
Portavoce M5S Basilicata – Consiglio Regionale

 

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