Sono preoccupanti le notizie che si susseguono in continuazione da ieri mattina, quando il Procuratore Capo della Procura di Potenza, Francesco Curcio, ha annunciato il sequestro delle vasche di raccolta delle acque di falda e delle condotte di scarico a mare dell’impianto ITREC situato nel Centro di ricerca Enea-Trisaia di Rotondella (Matera).

Gli inquirenti, secondo quanto riportato dalla stampa, avrebbero accertato “una grave ed illecita attività di scarico a mare dell’acqua contaminata, che non veniva in alcun modo trattata. In particolare, le acque contaminate, attraverso una condotta, partivano dal sito in questione e, dopo avere percorso alcuni chilometri, si immettevano direttamente nel mare Jonio”. L’edizione odierna del TG Regionale ha riferito di 5 indagati, tra cui un funzionario della Provincia di Matera. La stessa Provincia di Matera avrebbe rilasciato un’autorizzazione allo scarico incompleta, nonostante fosse nota dal 2015 la contaminazione chimica da cromo esavalente e trielina.

Abbiamo seguito da vicino le vicende legate all’impianto partecipando alle varie sedute del tavolo della trasparenza sulle attività di decommissioning ed è proprio da uno di questi tavoli che è emersa la causa dell’inquinamento da trielina e cromo esavalente, ovvero il vecchio impianto della Magnox che insiste sul perimetro appartenente ad ENEA. Nell’ultima seduta del tavolo apprendemmo, inoltre, che i lavori di decommissioning erano fermi a causa di un contenzioso insorto tra SOGIN e SAIPEM.

Qualche giorno fa abbiamo depositato una richiesta di accesso agli atti per conoscere lo status delle attività di bonifica presso l’impianto.

Vogliamo continuare a vederci chiaro, soprattutto alla luce di questo intervento della Procura. Pertanto riteniamo utile audire al più presto in terza commissione le delegazioni di ENEA-SOGIN e ARPAB per conoscere in maniera più approfondita quanto accaduto.

Gianni Perrino
Portavoce M5S Basilicata – Consiglio Regionale

 

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