Nonostante il quadro economico continui a non essere roseo e milioni di italiani non abbiano lavoro e non lo cerchino nemmeno più, le misure realmente redistributive del reddito tese a salvaguardare i cittadini dalla povertà sono, per ora, solo meri annunci propagandistici dei governi Renzi-bis e Pittella. Al peggio non sembra esserci fine: ci tocca registrare preoccupanti complicazioni anche per l’accesso a misure come l’indennità di mobilità in deroga. Si tratta di un contributo concesso dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali oppure dalle regioni per garantire ai lavoratori licenziati, che non hanno diritto agli ammortizzatori ordinari, una sorta di indennità sostitutiva alla retribuzione.

Ci sono purtroppo giunte segnalazioni secondo le quali le sedi lucane dell’INPS starebbero respingendo la totalità delle domande di proroga della mobilità in deroga (anni 2016 e 2017) presentate dagli aventi diritto negli ultimi mesi del 2016 e nei primi del 2017.

Nel groviglio di rimandi normativi, sono le circolari del Ministero del Lavoro e INPS a fare un minimo di chiarezza: dai documenti si evince chiaramente che le regioni potranno finanziare interventi di mobilità in deroga anche nel 2017 ma solo nel caso in cui il trattamento abbia inizio entro la fine dell’anno 2016 oppure con decorrenza successiva al 31 dicembre 2016 purché la mobilità in deroga sia consecutiva esclusivamente alla fruizione di un precedente intervento di mobilità ordinaria scaduto dopo il 31 dicembre 2016.

La Regione ha anche provveduto ad approvare l’Addendum al III Accordo Quadro Integrativo Regionale nel quale è indicato, per la mobilità in deroga (D.Lgs. n. 148/2015, art. 44, comma 6-bis) che “in caso di ulteriore disponibilità di risorse, la concessione di trattamenti di mobilità in deroga potrà interessare anche periodi che hanno inizio e termine nell’annualità 2017 consecutivi (senza soluzione di continuità) nella fruizione di precedenti trattamenti di mobilità ordinaria con scadenza successiva al 31/12/2016 e comunque nel rispetto della normativa vigente”.

È davvero inconcepibile il motivo del diniego da parte dell’INPS, atto che rischia di complicare ulteriormente la situazione di numerose famiglie prive da mesi di un importante (spesso l’unico) sostegno al reddito, per di più costringendo gli interessati a costosi ricorsi in sede amministrativa e, eventualmente, anche giudiziaria.

Pittella verifichi subito l’incresciosa situazione e dia seguito alla delibera di Consiglio Regionale di ottobre 2016 con la quale si è impegnato a verificare la possibilità di sostegno al reddito dei fuoriusciti dalla platea dei beneficiari dell’indennità di mobilità ordinaria.

Leggi testo interrogazione

Gianni Perrino
Portavoce M5S Basilicata Consiglio Regionale

 

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