Nell’ultimo anno si è fatto di tutto e di più per nascondere e lasciar cadere nel dimenticatoio  scandali e disastri dell’indotto petrolifero lucano. La vecchia strategia di spazzare la polvere e riporla sotto il tappeto, però, non incanta più nessuno: il cumulo è ormai visibile anche agli occhi di chi non vuol vedere. Quelli che il Governo regionale ha definito “episodi” sono diventati drammatica “routine”: in principio erano le fiammate al Centro Oli di Viggiano (COVA), poi le fumate nere ed infine l’insopportabile olezzo di uova marce.

A questo mosaico agghiacciante si è aggiunto un altro tassello: qualche giorno fa un cittadino ha diffuso sui social network delle immagini aeree scattate da un drone, immagini che hanno immediatamente fatto il giro del web, scatenando l’indignazione di migliaia di cittadini. Le foto ritraggono le acque dell’invaso del Pertusillo – il lago artificiale situato nel territorio dei comuni di Grumento Nova, Montemurro e Spinoso, nel cuore della Val D’Agri (a poca distanza dal COVA) – colorate da macchie marrone scuro sparse su tutta la superficie del lago. La sollevazione popolare è stata immediata e la stragrande maggioranza dei commentatori dei social hanno collegato l’inquietante fenomeno di pigmentazione delle acque del Pertusillo alla possibile contaminazione da idrocarburi rivenienti dall’attività estrattiva in atto a pochi chilometri dal lago artificiale, anche in ragione del fatto che, pochi giorni fa, alcuni operatori del consorzio ASI della provincia di Potenza hanno lanciato l’allarme sulla presenza di idrocarburi in un pozzetto a poca distanza dal COVA.

L’invaso del Pertusillo è stato frequentemente al centro delle preoccupazioni di cittadini e ambientalisti: è uno dei principali serbatoi di acqua potabile non solo per la Basilicata ma anche per la vicina Puglia. Eppure in un modo o nell’altro le autorità preposte sono riuscite sempre a sviare l’attenzione dell’opinione pubblica dal problema della reale tutela della salubrità delle acque dell’invaso. Come non ricordare la notevole moria di pesci verificatasi negli ultimi anni: fenomeno che le analisi ufficiali attribuivano, alternativamente, alla presenza di alga “assassina” oppure al riscaldamento globale.

Qualche mese fa, fu il Consiglio Regionale della Puglia a sollevare forti dubbi sui controlli ambientali che venivano effettuati sull’invaso, scatenando quasi una crisi diplomatica tra le due Regioni. In una mozione presentata dal consigliere del M5S Mario Conca ed approvata dal Consiglio, si chiedevano maggiori controlli sull’invaso anche con l’ausilio di ARPA Puglia, stigmatizzando così la “leggerezza” dei controlli effettuati dai competenti organi lucani: “il silenzio (persistente) e le decisioni (tardive) del Governo lucano rischiano di apparire conferme della grave situazione instillando in tal modo la convinzione che si stia incidendo in maniera pesante sulla salute pubblica degli utenti pugliesi”. La replica dell’ex gladiatore di Lauria fu piccata e stizzita e portò il Presidente a disertare addirittura un incontro di Coldiretti in Puglia.

Il Movimento 5 Stelle, da parte sua, ha sempre evidenziato la necessità di procedere a seri e attendibili controlli ed ad un’analisi completa e accurata della situazione dell’invaso del Pertusillo. Era il mese di luglio del 2016 quando presentammo una mozione con la quale chiedevamo maggiori e più stringenti controlli su tutti gli invasi idrici lucani. Nel sottolineare l’importanza dell’acqua lucana come vera risorsa del territorio, ci siamo spinti a chiedere specifiche indagini chimiche e fisiche sulle acque del Pertusillo destinate all’uso potabile (ivi compreso lo studio fisico e chimico dei sedimenti), unitamente alla sottoscrizione di un apposito protocollo d’intesa tra Arpa Basilicata e Arpa Puglia, tra i servizi di Igiene sanitaria della Regione Basilicata e Puglia al fine di eseguire controlli congiunti e periodici. Certo, era il mese di luglio e forse il caldo, la voglia di vacanze, hanno indotto il Consiglio Regionale a liquidare la nostra mozione in 20 secondi e senza alcuna discussione.

Peccato davvero che le nostre proposte, come sovente accade, vengano snobbate da un Consiglio Regionale distratto dalle usuali lotte di riposizionamento e di accaparramento di poltrone.

Crisi e faide interne e conseguenti mal di pancia a parte, crediamo sia arrivato il momento di affrontare seriamente le tematiche ambientali innescate dall’indotto petrolifero e pensare seriamente ad una exit strategy dal petrolio: la convivenza con i processi di estrazione si sta dimostrando impossibile ed  è palmare l’incompatibilità degli impianti petroliferi con la natura e la geologia del nostro delicato territorio.

Nella giornata di ieri abbiamo inoltrato una richiesta che sollecita ARPAB a rendere note, al più presto, le azioni e le iniziative di monitoraggio realizzate a seguito della diffusione delle preoccupanti immagini del Pertusillo. Difendere e tutelare in ogni modo la nostra fonte di vita, l’acqua, deve contare immensamente più di qualsiasi interesse economico anche connesso al petrolio!

Gianni Perrino
Gianni Leggieri
M5S Basilicata – Consiglio Regionale

 

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