Le notizie apparse sui giornali in questi giorni e il comunicato emesso dal Comitato diritto alla salute fanno emergere una situazione gravissima che per troppo tempo è stata tenuta sotto silenzio.

Solamente il 10 febbraio del 2017, da quanto si apprende, l’ArpaB ha reso disponibile su internet i risultati di una serie di controlli effettuati all’esterno del sito di FENICE –EDF- Rendina Ambiente.  Controlli effettuati  nel mese di ottobre 2015 e resi noti dopo 1 anno e quattro mesi.

I dati pubblicati e relativi alle acque sotterranee mostrano sforamenti dei livelli di Ferro, Manganese, Floruri, Triclometano, Tetracloroetilene, Tricloetilene, Dicloropropano. Si tratta di metalli e sostanze cancerogene che confermano quanto già si sospettava, ovvero che l’inquinamento prodotto dall’inceneritore Fenice alle falde acquifere va ben oltre il sito contaminato ed è molto più grave di quanto sino ad oggi ipotizzato.

Siamo stanchi di dover prendere atto della situazione, è arrivato il momento di andare a fondo e vogliamo che qualcuno inizi a spiegarci come è possibile che sostanza che non dovrebbero essere presenti, puntualmente vengono trovate nelle fale acquifere e con valori anche spaventosi.
Cosa non funziona ??? Da cosa dipendono questi continui sforamenti ??? Perché le acque della zona industriale di San Nicola di Melfi sono piene di Ferro, Manganese, Floruri, ecc… ????

Si tratta di una situazione inaccettabile che non può più passare sotto silenzio. Una situazione che deve essere affrontata con celerità e senza più alcun tentennamento perché sono a rischio la salute pubblica di moltissimi cittadini che per varie ragioni entrano a contatto con le matrici ambientali inquinate.

Basta allora tentennamenti e basta concessioni di credito, la società che gestisce l’inceneritore deve procedere immediatamente ad una seria e completa bonifica di tutta l’area interessata.

Allo stesso tempo, la Regione Basilicata deve dare seguito alla mozione presentata dallo scrivente ed approvata all’unanimità in consiglio regionale per effettuare un adeguato e completo screening sanitario sulle popolazioni dell’area del Vulture.

Ma soprattutto, è arrivato il momento di invertire la rotta e di attuare politiche di gestione dei rifiuti alternative, non è possibile continuare a pensare che l’incenerimento dei rifiuti sia la soluzione, non è possibile continuare ad aggrapparsi all’inceneritore Fenice per risolvere i problemi causati dalla pessima gestione del ciclo dei rifiuti regionali.

Certo, se a causa della cattiva gestione delle discariche e per l’incapacità di tantissimi comuni di avviare cicli di raccolta differenziata virtuosi, siamo costretti a ricorrere in emergenza all’incenerimento, non riusciremo mai ad uscire da questa situazione.

Per questa ragione occorrono politiche serie in materia di rifiuti, bisogna guardare al rifiuto come ad una risorsa e non come ad un problema. La soluzione è mettere in campo una vera e convinta politica di “rifiuti zero” e non continuare con metodi di gestione obsoleti.

Gianni Leggieri
Consigliere regionale M5S 

 

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