Il 2016 ormai volge al termine, ma proprio negli ultimi giorni dell’anno il Consiglio regionale lucano si appresta a licenziare altri due importanti provvedimenti: il piano di riordino sanitario e il piano regionale per la gestione dei rifiuti (PRGR). Vergognosa la mancanza di programmazione, la fretta e la sciatteria con cui Pittella e la maggioranza PD hanno cadenzato i lavori di commissioni e consiglio, rendendo oltremodo difficile il lavoro delle opposizioni. Alte appaiono le probabilità di colpi di mano e di acrobazie “last minute” che mirino ad introdurre norme “ad castam” o “ad aziendam” e sarà nostro arduo compito cercare di mantenere alta la guardia per evitarle.

Sul piano di riordino sanitario abbiamo già illustrato le nostre proposte. Volgiamo l’attenzione al PRGR, documento delicatissimo sia per i fragili equilibri ambientali del nostro già martoriato territorio, sia per gli enormi interessi che si nascondono dietro la gestione dei rifiuti.

La versione iniziale del PRGR del marzo 2016 appariva, complessivamente, orientata alla Strategia regionale Rifiuti Zero 2020” (prevista dall’art. 47 della della L.R. 4/2015) e al correlato obiettivo di dismettere, entro il 2020, gli impianti di incenerimento (norma  peraltro impugnata dal governo Renzi) e ridimensionare progressivamente le discariche. Purtroppo, in questi mesi di faticosa discussione in commissione, sono emersi preoccupanti segnali sia da parte delle componenti politiche della maggioranza pittelliana, sia da parte di gruppi di imprenditori cui fa gola il lucroso business della “monnezza”.

Come non ricordare la richiesta di Italcementi, colosso ora teutonico, che a Matera vorrebbe quintuplicare (da 12 mila a 60 mila tonnellate all’anno) la quantità di CSS (“combustibile solido secondario” ovvero rifiuti triturati) da bruciare; o la richiesta della Decom di produrre, sempre a Matera (La Martella), 12.200 tonnellate/anno proprio di CSS. Altra chicca è arrivata dal Comune di Irsina che ha addirittura prodotto osservazioni ai “criteri di localizzazione” per mitigare le previsioni relative alle aree sottoposte al cd. “vincolo paesaggistico”, osservazioni dello stesso tenore di quelle presentate da una ditta privata, la Alsun S.r.l., che avrebbe intenzione di “trattare” rifiuti addirittura per 50 mila tonnellate/anno in un’area, proprio del Comune di Irsina, ricca di allevamenti e coltivazioni di pregio.

Per mettere dei paletti alle velleità di imprenditori rampanti e politici “old style” come Cifarelli e Santarsiero che si sono distinti grazie ad affermazioni davvero sconcertanti e imbarazzanti in merito alla c.d. “economia circolare”, abbiamo proposto tredici emendamenti al PRGR per farlo ritornare sul solco della “Strategia Rifiuti Zero”. Obiettivi principali degli emendamenti, contenere al minimo la presenza di impianti di produzione di CSS, di incenerimento e, contestualmente, aumentare la presenza nella filiera di gestione dei rifiuti, di impianti di trattamento meccanico-biologico (TMB) e di c.d. “Fabbriche dei Materiali”. Insomma, si tenta di ripristinare la prima versione del PRGR, che ha subito pericolosi stravolgimenti da parte di enti locali o privati.

Non si ferma, quindi, la lotta per evitare che la Basilicata, terra già violentata dalla bulimia petrolifera, si trasformi anche nell’ “Hub” nazionale della monnezza. Caro Presidente Pittella, cerchiamo di fare della Basilicata un esempio virtuoso nella gestione dei rifiuti. Diamo un taglio alle disastrose politiche ambientali (e sanitarie) degli ultimi decenni!

Leggi i primi 8 emendamenti al PRGR
Leggi gli ulteriori 5 emendamenti al PRGR

Gianni Perrino
Portavoce M5S Basilicata –  Consiglio Regionale

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