La riforma sanitaria regionale di marca pittelliana è, per usare un eufemismo, discutibile. Prima che si metta mano ad un settore di tale importanza, dal funzionamento del quale può dipendere la vita delle persone, è necessario non trascurare alcun dettaglio. Lungi dal volerne fare una questione di campanile (questo esercizio lo lasciamo volentieri agli appassionati di manifestazioni di nani e ballerine da cenone di fine anno) vanno approfonditi, in primis, i seguenti aspetti:

1. Modalità con cui sono stabiliti i bacini di ‘utenza’ di ciascun presidio per ciascun reparto/specialità;

2. Dettaglio del saldo di mobilità attiva-passiva di ciascun presidio per ciascun reparto/specialità;

3. Dettaglio delle liste d’attesa di ciascun presidio per ciascun reparto/specialità;

4. Coerenza tra fabbisogni e pianta organica di ciascun presidio per ciascun reparto/specialità;

5. Bilanci di ciascuna Azienda Sanitaria, IRCCS, struttura;

6. Possibilità di riduzione degli sprechi derivanti dai costi afferenti ai compensi per le figure apicali;

7. Possibilità di rendere al più presto operativa la SUA-RB per efficientare la spesa per affidamenti afferenti all’acquisto di beni e servizi.

Nella bozza che è stata trasferita ai commissari della IV CCP, non si direbbe che si sia tenuto conto debitamente di ciò che si nasconde dietro ciascuno dei summenzionati punti. Non ci si dimentichi di cosa ha comportato la centralizzazione delle facoltà universitarie e dei servizi per gli studenti all’Unibas. Si impari, per una volta, dagli errori commessi in passato. Ne va della vita delle persone.

Gianni Perrino
Portavoce M5S Basilicata – Consiglio Regionale

 

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