L’allargamento selvaggio della maggioranza del Consiglio Regionale non ha prodotto alcun effetto benefico per i lavori dello stesso. L’ultima seduta è stata sciolta, per la quarta volta consecutiva, a causa dei capricci (tutti interni alla maggioranza) sul  Programma triennale per le politiche culturali 2016/2018.

A metà del guado di questa legislatura (la decima), della rivoluzione democratica dell’ex Gladiatore si è mestamente persa ogni traccia: il simbolo della catalessi nella quale è immersa la giunta Pitella è il cosiddetto ‘“Programma per un reddito minimo di inserimento”, un misero rimborso spese, forfettario tra 450 e 550 euro, continuamente annunciato ma mai attuato.

Ad oltre un anno dal primo roboante spot pubblicitario di Pittella, il c.d. “Reddito minimo” ancora non parte: il programma ha accumulato ritardi su ritardi, in gran parte attribuiti dall’amministrazione regionale, alla rideterminazione del nuovo ISEE, al numero insufficiente dei progetti di pubblica utilità presentati dai comuni e alla transizione della “nuova” Agenzia Regionale “LAB” (Lavoro e apprendimento Basilicata). Nel frattempo, i quasi 12.000 cittadini che hanno fatto domanda per accedere al programma sono stati lasciati in un drammatico limbo: privi di sostegno e senza alcuna prospettiva seria di ricollocazione. Il programma prevede l’erogazione di un assegno a due differenti categorie: categoria “A”: fuoriusciti dalla mobilità in deroga; categoria “B”: disoccupati e inoccupati. Ma le ultime decisioni di Pittella “congelano” il programma originario e rischiano di far deflagrare una odiosa guerra tra poveri.  

La giunta, infatti, completamente scollegata dalla realtà, in uno degli ultimi provvedimenti ha previsto un sostegno economico (pari a 500 euro) a favore di 1.861 disoccupati (di cui 1.134 ex COPES e 727 provenienti dalla platea degli ex mobilità in deroga) che dovranno svolgere un “tirocinio” di 3 mesi. Insomma, si tratterebbe, in sostanza, di un “COPES-bis”: dei quasi 3,5 milioni stanziati per la misura, circa 1 milione sarà destinata agli enti presso i quali verranno espletate la formazione ed i tirocini (per capirci: Ageforma e Apof-il confluite formalmente in LAB)..

Cosa succede invece ai restanti  9.623 disoccupati/inoccupati che hanno fatto domanda per la categoria ‘B’? Letteralmente “ibernati”, in attesa di un fatidico decreto interministeriale che deve definire le modalità procedurali di utilizzo da parte della Regione Basilicata” del fondo alimentato dalle royalties risparmiate sulla “card carburante”.

Questa volta vogliamo che sia Pittella ad assumersi la responsabilità di questa discriminazione e spiegarne le motivazioni, non ci accontenteremo delle dichiarazioni di Vito Marsico o delle veline lette dall’Assessore Franconi. Ormai si perdono nel tempo i nostri appelli a Pittella a discutere una misura seria e strutturata di reddito di cittadinanza (in commissione giacciono ben 4 proposte di cui una del M5S): misura ormai necessaria e urgente, visto il totale fallimento delle politiche regionali di contrasto alla povertà. E cambiare nome alle misure adottate e agli enti regionali, non basta a farne dimenticare la completa inefficacia. Cosa hanno prodotto le centinaia di milioni di euro spesi dalla Regione nell’ultimo decennio nei COPES e nella galassia degli enti di formazione lucani? Molti di questi soldi hanno alimentato un sistema di prebende e privilegi per i soliti amici. Pochissimo è stato investito in sostegno e ricollocazione dei disoccupati, categoria sempre in continuo aumento, sempre più disperata e allo sbando più totale. Quanti posti di lavoro, veri e stabili,  hanno creato le politiche nazionali e regionali? Ricordiamo, su tutti, i “ponti per l’occupazione”, le “work experiences” e “garanzia giovani”? Urge una svolta radicale nelle politiche sociali ed occupazionali: altrimenti le “guerre tra poveri” si ripresenteranno ciclicamente.

Qualche settimana fa il Presidente Mollica predicava maggiore equilibrio nella dialettica politica, stigmatizzando alcuni episodi spiacevoli nei confronti di politici locali. Come M5S crediamo che l’unica soluzione per placare gli animi sia quella di lavorare seriamente perseguendo esclusivamente il bene della comunità: prassi pressoché sconosciuta dalle parti di Via Verrastro.

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Gianni Perrino
Portavoce M5S Basilicata – Consiglio Regionale

 

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