La Basilicata ha un tasso di occupazione inferiore addirittura a quello della Grecia che è ultima nella classifica dei 28 paesi dell’Unione Europea, con l’Italia terzultima (fonte, CGIA di Mestre su dati Eurostat). La Svimez, nella relazione 2015, ha confermato uno scenario drammatico di miseria nella quale si dibattono le famiglie lucane: quelle in povertà relativa sono oltre il 25,5%. Mentre sono quasi il 61,7% il lucani che percepiscono poco meno di 6.000 euro all’anno (il 40% del reddito medio regionale ammontante nel 2015 a 14.720 euro lordi), e il 34,8% coloro che si devono accontentare di poco meno di 3 mila euro all’anno.

I  Ras del Partito Democratico (renziani e non) hanno approfittato della progressiva “desertificazione umana e culturale” della Basilicata, rendendola inarrestabile: i giovani lucani che non studiano e non lavorano sono quasi il 45%. E si continua ad emigrare: sono migliaia i giovani (ma anche di meno giovani) che cercano una vita dignitosa per sé e, spesso, anche per la propria famiglia, trasferendosi in altre regioni, soprattutto del Nord ma anche all’estero. Per chi non è benestante di famiglia, e non accetta di prostrarsi ai ricatti clientelari dei capibastone della politica locale, l’emigrazione è, sempre più frequentemente, l’unica via d’uscita. La popolazione lucana è in caduta libera. Grazie alla scellerata politica degli ultimi trent’anni, la nostra bellissima regione, che avrebbe potuto prosperare grazie al turismo, all’agricoltura e alla cultura, si trova a fronteggiare anche lo spettro del “disastro ambientale”.

In questo quadro che definire devastante appare un eufemismo, oggi a Matera arriva, giulivo e festante, il Presidente del Consiglio Renzi, che, dietro al “Masterplan” o “Patto per il Sud” cerca di rifilare alla Basilicata e al Sud l’ennesima presa per i fondelli, un altro “pacco” (a Roma la definiscono “sola”): il c.d. “Patto per il Sud” gioco delle tre carte: spaccia per grandi concessioni al Mezzogiorno quello che il Sud ha il diritto di ottenere da tempo immemore. Il nostro ex Gladiatore, Pittella, sa che sottoscrivendo il Patto per il Sud autorizza un altro furto ai danni del Sud? La riduzione ad un terzo del Fondo di sviluppo e coesione (FSC) che ammontava a 58 miliardi di euro (poi scesi a 38), e che, ora, dopo la firma del “Patto” scenderebbe a 12,8 mld. Insomma, un’altra delle “goliardate” cui Renzi ci ha tristemente abituato. Con la quale, stavolta, il premier cerca di nascondere goffamente la propria irrefrenabile voglia di più trivelle, più inceneritori, ancora più inquinamento, a tutto vantaggio delle multinazionali che hanno ridotto in pezzi e in miseria il Sud e la Basilicata.

Dopo la Costituzione e i diritti dei lavoratori, Renzi e il suo allegro codazzo di dame, paggi e paggetti locali, intende sfasciare definitivamente anche la Basilicata, riducendo in servitù i lucani e portando via loro, insieme al petrolio e gas (di scarsa quantità e qualità, peraltro), anche la dignità e quel che resta della loro libertà. Tra pagliacciate e passerelle, Renzi e la sua corte continuano a divertirsi alle spalle ed alla faccia dei lucani e, oggi, dei materani. Il paragone Renzi-Conte Tramontano è spontaneo ma fuorviante: perchè un tiranno si caccia con l’unica arma democratica possibile: il voto. Alle prossime amministrative di giugno, prima, e con il referendum costituzionale di ottobre prossimo, poi, rispediamo a casa, per sempre, il ducetto di Firenze!

Gianni Perrino
Portavoce M5S Basilicata – Consiglio Regionale

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