Sulla discarica di Colobraro si è parlato molto , forse troppo specialmente prima delle competizioni elettorali forse perchè è sempre stato un argomento appetibile ma solo dal punto di vista elettorale . Dopo…. tutto tace se non per ricordare che sul territorio esiste sì la raccolta differenziata ma le discariche chissà per quale miracolo, continuano a riempirsi . Noi che preferiamo parlare molto di compost e non di umido da “conferire”, sempre convinti che la discarica sia una vera e propria “bomba ecologica” che stiamo consegnando ai nostri nipoti, siamo andati oltre “tour delle discariche “ che ha visto quel giorno la partecipazione di numerosi parlamentari cittadini nonché comitati locali incontrare gli amministratori locali nel febbraio 2014.

Ad eccezione del primo e secondo noi unico cittadino tutti gli altri presenti tra cittadini e comitati locali erano e sono ancora di più preoccupati che questo scempio ambientale possa essere deleterio per la già debole economia locale. …quel giorno abbiamo visto solo gabbiani volare sulla discarica. Sono passati meno di due anni e nonostante gli accorati inviti ad abbandonare uno scellerato progetto di ampliamento , tutto procede secondo gli schemi classici dettati dalla solita politica in cui tutto si può fare.

Inutile ricordare che “le discariche non devono essere normalmente localizzate: – in corrispondenza di doline, inghiottitoi o altre forme di carsismo superficiale; – in aree dove i processi geologici superficiali quali l’erosione accelerata, le frane, l’instabilità dei pendii, le migrazioni degli alvei fluviali potrebbero compromettere l’integrità della discarica”. Così come ricorda l’allegato 1 del Decreto Legislativo 13 gennaio 2003, n. 36 al punto 1.1. Inutile ricordare che alcuni consiglieri della vicina Tursi hanno affermano “che i terreni non sono idonei come certificato dall’autorità di bacino e confermato dalle numerose frane già verificatesi sui versanti dell’attuale discarica di Colobraro chiusa per numerosi problemi di carattere statico-ambientale […]”.

Nonostante questi accorati appelli niente è successo che possa far minimamente ripensare a qualcosa che sia diverso dal solito “buco” dove inserire le solite schifezze. Si perchè con tutte le delibere che si sono succedute si è arrivati alla grande scoperta di riadattare una discarica esistente nonostante la stessa sia franata così come gli stessi tecnici comunali affermano…”comunque, nel sito sembrerebbe presente una franosità diffusa, come può evincersi anche dalle fotografie risalenti ai tempi di costruzione della discarica “ e quindi si provvederà al “consolidamento della parete superiore del bacino di stoccaggio dei rifiuti al rinforzo al piede della discarica con gabbioni per ulteriore abbancamento rifiuti nella misura di25.000 mc. ……. pare opportuno riportare che in passato si è verificato un episodio di scivolamento di rifiuti a valle.”. Riassumendo: in una discarica soggetta nel passato ad autocombustione termica (incendiata), con il geotessile di fondo ovviamente lesionato e danneggiato, viene reso per alchimie progettuali, idonea ad accettare ancora altre migliaia di tonnellate di rifiuti.

In pratica in una discarica ricadente in un comprensorio soggetto costantemente ancora a fenomeni franosi si sono, eseguiti lavori al fine di “conferire” altri 25.000 tonnellate di rifiuti che sommati ai 95.000 già esistenti diventeranno ben 120.000 le tonnellate interrate. Se a questi sommiamo altri 120.000 tonnellate già predisposte per un ampliamento futuro quanto mai imminente ci rendiamo conto di cosa stiamo regalando alle future generazioni.

GRUPPO ATTIVISTI METAPONTINO

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