La Datacontact, call center con sede a Matera, impiega un totale di circa 1.300 lavoratori, molti dei quali di età media intorno ai 40 anni e con famiglia. Lo scorso 31 dicembre è giunta a scadenza una delle maggiori commesse affidata da circa 11 anni alla Datacontact, quella di Telecom Italia per la gestione del servizio 119 TIM, sulla quale lavoravano 390 dipendenti che, così, avrebbero rischiato il posto di lavoro.

Telecom ha manifestato la sua intenzione di non proseguire il rapporto contrattuale con Datacontact.

Per scongiurare i licenziamenti il 28 dicembre 2015 si è tenuto in Prefettura a Matera un tavolo di crisi cui hanno partecipato l’assessore Braia, l’azienda, i sindacati dei lavoratori e i rappresentanti di Telecom (presenti anche la deputata Antezza, i senatori Latronico e Vico).
All’esito dell’incontro Telecom ha accettato la proposta del Prefetto, acconsentendo ad una proroga di 3 mesi della commessa, garantendo i volumi telefonici nel mese di gennaio, con un graduale calo tra febbraio e marzo e con il mantenimento di tutti i posti di lavoro, in attesa di convocare un tavolo presso il Ministero dello Sviluppo Economico previsto per gli inizi di marzo, coinvolgendo anche il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.

Dopo l’incontro di fine dicembre nessun altra informazione è stata fornita ai lavoratori Datacontact circa il loro futuro lavorativo e circa gli sviluppi delle trattative presso il MiSe (incontro più volte annunciato ma del cui svolgimento non c’è alcuna notizia sicura). Agli inizi di marzo i 390 lavoratori impiegati sulla commessa Telecom sono stati convocati dai vertici aziendali che hanno comunicato il loro prossimo licenziamento il 31 marzo e contestuale probabile subentro della società Youtility di Pomezia sulla commessa Telecom, che riassumerà tutti i lavoratori. Nel frattempo sono trapelati anche nomi di altre aziende, ma non vi è alcuna certezza circa le reali prospettive di subentro.

Oltre a questa comunicazione informale ad oggi, questi lavoratori non hanno ricevuto alcuna comunicazione ufficiale né circa il licenziamento, né circa l’effettivo prosieguo del rapporto di lavoro e delle condizioni contrattuali, con particolare riguardo alla c.d. “clausola sociale” prevista dal nuovo ddl Appalti, ora legge n. 11/2016 (art. 1, comma 10) per cui “In caso di successione di imprese nel contratto di appalto con il medesimo committente e per la medesima attività di call center, il rapporto di lavoro continua con l’appaltatore subentrante, secondo le modalità e le condizioni previste dai contratti collettivi nazionali di lavoro applicati e vigenti alla data del trasferimento, stipulati dalle organizzazioni sindacali e datoriali maggiormente rappresentative sul piano nazionale”.

Nel frattempo, le RSA dell’Ugl hanno proclamato uno sciopero per ottenere un incontro in Prefettura volto a conoscere le sorti dei lavoratori.
Il tutto si sta svolgendo nel completo silenzio delle Istituzioni regionali che, dopo il tavolo di dicembre e a parte estemporanee e, talvolta, contraddittorie esternazioni di Pittella e Braia, non stanno esercitando il loro ruolo di tutela dei lavoratori che chiedono risposte e soprattutto chiarezza sul proprio futuro.

Il Capogruppo M5S Basilicata
Gianni Leggieri

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