A soli tre giorni da quella che avevamo considerato una giornata straordinaria per la storia politica della nostra regione, caratterizzata dalla deliberazione dei quesiti referendari con i quali si chiede l’abrogazione di parte dell’ art 38 Sblocca Italia e dell’art 35 Decreto Sviluppo (vi è stato addirittura un pellegrinaggio di Lacorazza dal Vescovo Superbo), la maggioranza Pittelliana torna ad esprimersi con tutta la sua prepotenza e irresponsabilità, facendo cadere il numero legale durante la seduta di consiglio regionale.

In qualche modo lo si era capito dal tam tam che ha caratterizzato l’inizio dei lavori: la banda Pittella, capitanata egregiamente dal paggetto Cifarelli, è stata protagonista di un prolungato e stucchevole giochetto finalizzato ad anticipare la discussione di alcuni punti all’ordine del giorno.

Dopo la scontata approvazione dei rendiconti dei carrozzoni ALSIA, del Parco Archeologico Storico naturale delle Chiese rupestri del materano e di due proposte di legge sul controllo degli enti strumentali e sulla commissione sulle pari opportunità, il governo Pittella è tornato ad allinearsi come prima, più di prima, ai diktat del ducetto fiorentino.

Tutta la sudditanza di Pittella e della sua maggioranza nei confronti del governo Renzi si è palesata nel momento in cui l’aula si apprestava a discutere la mozione presentata dal M5S che impegnava la Giunta regionale a sollevare l’ incostituzionalità della controriforma che sfascia la scuola pubblica e che la truffa semantica tanto cara al PD definisce “Buona Scuola”. La mozione, presentata il 5 agosto scorso, era stata già svuotata di senso visto che  Pittella e soci avevano temporeggiato al punto tale da rimanere immobili fino al 13 settembre, ultimo giorno utile per l’impugnativa. Il M5S Basilicata aveva comunque chiesto alla Giunta di  proporre un atto di intervento ad adiuvandum nel giudizio di legittimità costituzionale, in via principale, proposto dalla Regione Puglia.

L’assessore Liberali ha indossato i panni del maestro cattivo sentenziando un parere negativo alla mozione e smentendo letteralmente quanto sostenuto dall’Avvocatura della Regione Puglia che ha impugnato il decreto “B(u)onaS(cu)ola”: per l’avvocatura lucana infatti, non ci sono i presupposti (profili di incostituzionalità) per impugnare nella legge. A sentire Liberali pare che i docenti lucani abbiano accettato di buon grado le “deportazioni” governative in altre regioni (anche lontani da casa); la riforma sembra abbia avuto addirittura un buon riscontro in Basilicata! Ci chiediamo stupiti: ma cosa avranno da protestare migliaia di insegnanti e docenti in tutta Italia? Tutti mentecatti? Ennesimo irrisolto (e irrisolvibile) mistero lucano!. L’amara verità della vicenda è involontariamente uscita dalla bocca del capogruppo PD, Roberto Cifarelli che ha affermato testualmente: “non siamo assolutamente intenzionati ad impugnare la Buona Scuola.” La mozione ha poi visto 8 voti favorevoli, quelli del M5s, Pdl-Fi, Udc, Lb-Fdi e Gruppo misto ed 8 voti contrari di Pd, Pp e Psi. Emblematica l’assenza decisiva di Paolo Galante che, solo qualche settimana fa, dichiarava pubblicamente di sottoscrivere la mozione in un post intitolato “Contro la deportazione” . Chissà, forse era alle prese con i preparativi per partecipare alla Notte Bianca della Scuola prevista sabato 23 Settembre.

Appena finita la pausa pomeridiana, è giunta l’ennesima prodezza di questa maggioranza scellerata e incosciente: il numero legale è caduto quando Cifarelli ha chiesto di discutere anticipatamente la sua mozione sui decreti attuativi della c.d. buona scuola, una versione estremamente edulcorata e annacquata rispetto alla nostra.

C’è n’è davvero abbastanza per dichiararsi stufi di tutti questi giochetti della irresponsabile maggioranza pittelliana: anche perchè l’ordine del giorno prevedeva la discussione della nostra proposta di deliberazione di indizione di referendum abrogativo degli articoli 35 e 37 dello Sblocca Italia, rispettivamente “Sblocca Inceneritor”i e “Sblocca Oleodotti-Gasdotti”. Per questo motivo, dopo lo scioglimento della seduta odierna, abbiamo immediatamente richiesto a Lacorazza la convocazione urgente in seduta straordinaria del Consiglio Regionale entro il 26 settembre, considerato il termine ultimo di presentazione dei quesiti referendari in Cassazione – da parte di almeno 5 consigli regionali – è fissato al 30 settembre prossimo

Insomma, l’autunno per la Basilicata non poteva iniziare peggio: Pittella e la sua maggioranza hanno già vanificato quel briciolo di dignità riacquistato nei giorni scorsi grazie all’approvazione dei referendum contro le trivelle. Ad un piccolo passo avanti corrisponde la penosa battuta di arresto di oggi. Non ci resta che sperare che la nostra richiesta venga accolta e che i cittadini lucani e italiani possano decidere se bloccare o meno la moltiplicazione degli inceneritori sul proprio territorio. La salute dei cittadini e l’ambiente sono beni di inestimabile valore: e valgono immensamente di più di trivelle, petrolio e inceneritori.

Gianni Perrino
Capogruppo M5S Basilicata – Consiglio Regionale

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