Sintesi della pdl del M5S Basilicata

La P.d.L. si pone l’obiettivo di introdurre il “reddito di cittadinanza” in Basilicata, ponendo, di fatto, la regione lucana come secondo caso nazionale (dopo il virtuoso caso del “reddito di garanzia” introdotto dalla Provincia Autonoma di Trento) nella difficile sfida a garantire una vita libera e dignitosa a tutti.

 Hanno diritto al reddito di cittadinanza tutti i soggetti che possiedono i seguenti requisiti:

 a)      sono in possesso della  cittadinanza italiana o di Paesi facenti parte dell’Unione europea;

b)      hanno compiuto il diciottesimo anno di età;

c)      risiedono nel territorio regionale da almeno 24 mesi;

d)     possiedono un valore ISEE rientrante nelle soglie di cui alla tabella di seguito riportata.  alla presente legge.

 I soggetti disoccupati o inoccupati, esclusi i soggetti in età pensionabile, hanno diritto al reddito di cittadinanza a condizione che, oltre al possesso dei requisiti innanzi riportati, forniscano ai  competenti centri per  l’impiego dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro. Non hanno diritto al reddito di cittadinanza i soggetti che si trovano in stato detentivo per tutta la durata della pena. L’assegno mensile relativo al reddito di cittadinanza è cumulabile con trattamenti previdenziali ed assistenziali percepiti dal richiedente o da uno o più dei componenti del nucleo familiare cui il appartiene richiedente.

 Il  beneficiario, disoccupato o inoccupato in  età non pensionabile e abile  al  lavoro,  fatte  salve  le  disposizioni  della  legge  12  marzo  1999,  n. 68 (inserimento lavorativo dei diversamente abili),  in  relazione  alle  proprie  capacità  è  tenuto,  pena la  perdita  del  beneficio, a, rispettivamente:

 a) fornire la propria incondizionata disponibilità al lavoro presso i centri per l’impiego territorialmente competenti;

b)  sottoporsi  al colloquio di orientamento di cui all’articolo 3 del D.Lgs. n. 181/2000  e  successive modificazioni;

c) accettare espressamente di essere eventualmente avviato a un progetto individuale di  inserimento  o  reinserimento nel mondo del lavoro;

d) svolgere con continuità un’azione di ricerca attiva del lavoro, secondo le modalità definite dalla Regione Basilicata d’intesa con i servizi competenti;

e) recarsi almeno due volte al mese presso il centro per l’impiego;

f) accettare espressamente di essere avviato ai corsi di formazione o riqualificazione  professionale  in  tutti  i casi in cui l’ente  preposto al colloquio di orientamento e al percorso di bilancio  delle  competenze, rilevi carenze professionali o eventuali specifiche  propensioni; tali  corsi, ove attivati, si intendono obbligatori ai fini della presente legge, salvi i casi di comprovata impossibilità  derivante da cause di forza maggiore;

g) sostenere i colloqui psico-attitudinali e le eventuali prove di selezione finalizzate all’assunzione,  su  indicazione  dei  servizi competenti  e  in  attinenza  alle  competenze certificate;

h) in  coerenza  con il profilo  professionale del beneficiario, con le competenze acquisite in  ambito  formale,  non formale e informale,  nonché  in  base agli interessi  e alle propensioni emerse nel  corso  del colloquio di  cui alla precedente lettera f) sostenuto  presso il  centro per  l’impiego, ad offrire  la  propria disponibilità per la partecipazione a progetti gestiti dai comuni, utili alla collettività, in ambito culturale, sociale, artistico, ambientale, formativo e di tutela dei beni  comuni,  da svolgere presso il medesimo comune di residenza o presso quello più  vicino che  ne  abbia  fatto  richiesta, mettendo a disposizione un numero di ore compatibile con le altre attività del  beneficiario stabilite dalla presente legge e comunque non superiore al numero di 20 ore settimanali. La partecipazione  ai  progetti è facoltativa per disabili o soggetti non più in  età  lavorativa.

Constatati gli importi previsti per il 2015 per la pensione minima (502,38 euro pari a € 6.531,07 annui) la pensione sociale (369,63 euro pari a 4.805,19 euro annui) e assegno sociale (€ 448,52 euro pari a 5.830,76 euro all’anno), la P.d.L. in oggetto propone la seguente determinazione quantitativa dell’assegno mensile di reddito di cittadinanza (RdC), per ciascun nucleo familiare e per dodici mensilità:

Valore ISEE Assegno RdC / mese RdC / annuo
Inferiore a 3.000,01 euro € 700,00 € 8.400,00
Da 3.000,01 a 4.000,00 euro € 600,00 € 7.200,00
Da 4.000,01 a 5.000,00 euro € 500,00 € 6.000,00
Da 5.000,01 a 6.000,00 euro € 400,00 € 4.800,00
Da 6.000,01 a 7.000,00 euro € 300,00 € 3.600,00
Da 7.000,01 a 8.000,00 euro € 250,00 € 3.000,00
Da 8.000,01 a 9.000,00 euro € 200,00 € 2.400,00
Da 9.000,01 a 10.000,00 euro € 150,00 € 1.800,00

 

Copertura finanziaria

 

La  copertura  finanziaria degli oneri della proposta di legge (valutati nel limite massimo di 10  milioni di euro per l’anno 2015 e di 140 milioni di euro a decorrere dall’anno  2016) è assicurata dall’istituzione del “Fondo per il reddito di cittadinanza” con una dotazione iniziale di euro 10 milioni di euro iscritti nel bilancio regionale per l’esercizio finanziario 2015 alla Missione 20 Programma 03.

 Il Fondo per il reddito di cittadinanza è incrementato delle ulteriori risorse rivenienti dalla programmazione del PO FESR Basilicata 2014-2020 e del PO FSE 2014-2020, da ulteriori disponibilità finanziarie che dovessero realizzarsi sulla programmazione del Fondo di Sviluppo e Coesione (FSC) 2014-2020.

 Al predetto Fondo affluiranno inoltre :

 1) le maggiori entrate derivanti:

a) dalla dismissione delle partecipazioni detenute nelle società direttamente o indirettamente controllate dalla Regione Basilicata, anche in attuazione all’art. 1, comma 611, della legge 23 dicembre 2014, n. 190;

b) dalla dismissione delle partecipazioni, comunque denominate, direttamente o indirettamente possedute dalla Regione Basilicata in fondazioni, comitati, associazioni o altri organismi, comunque denominati, anche in attuazione dell’art. 44 della Legge Regionale 27 gennaio 2015, n. 4.

c) dall’incremento, a partire dal 2015, delle addizionali regionali IRPEF (portate al 2,1% per i redditi imponibili oltre 55.000 euro e all’1,8% per cento per i redditi imponibili tra 28.001 e 55.000 euro);

2) i contributi volontari di persone fisiche o giuridiche, enti e organismi pubblici o privati.

3) gli importi rivenienti dalle seguenti riduzioni di spesa:

– riduzione a 2.000,00 euro/annui del un contributo annuo spettante a ogni Consigliere regionale per le spese del Gruppo Consiliare;

– soppressione delle indennità di funzione e delle indennità di trasferta oggi spettanti ai Consiglieri Regionali;

– riduzione a 5.000 euro lordi dell’indennità di carica spettante ai Consiglieri regionali;

– riduzione a complessive 3.000,00 euro delle spese per l’esercizio del mandato, somma che comprende l’importo non inferiore ad 1.500,00 delle somme per l’instaurazione di rapporti contrattuali di lavoro di natura privatistica (collaboratori);

– riduzione degli assegni vitalizi (anche di assegno di reversibilità).

 Il Fondo per il reddito di cittadinanza è incrementato dei risparmi ottenuti grazie alle economie rivenienti, anche in attuazione delle norme di legge vigenti in materia, dalla centralizzazione e razionalizzazione degli acquisti di beni, servizi e forniture relative, in particolare al settore sanitario regionale ed al sistema della formazione professionale e dell’alta formazione regionale.

 Il Fondo per il reddito di cittadinanza è incrementato dalle somme rivenienti dalle seguenti variazioni sugli stanziamenti di competenza relativi al bilancio regionale:

–           Missione 01, Programma 11  (altri servizi generali) € 10.000.000,00;   

–           Missione 01, Programma 02  (Segreteria generale) €  5.000.000,00;

–           Missione 01, Programma 01 (Organi istituzionali) €  5.000.000,00

–           Missione 05, Programma 02 (Attività culturali e interventi diversi nel settore culturale) per € 10.000.000,00.

 Il Fondo per il reddito di cittadinanza è incrementato inoltre dai seguenti risparmi di spesa rivenienti dalle seguenti riduzioni delle spese del bilancio del Consiglio regionale:

 – spese per la retribuzione di posizione e di risultato ai dirigenti a tempo indeterminato;

 – spese per la retribuzione di risultato al dirigente generale;

– spese per la retribuzione di posizione e di risultato ai dirigenti a tempo determinato compreso il personale dirigente con contratto giornalistico;  

– spese diverse di funzionamento;

– spese imposte comunali sulla pubblicità e affissioni;

– spese per altri beni e materiali di consumo;

– spese per acquisto oggetti di valore.

 Quale “norma di salvaguardia finanziaria”, il comma 7 dell’articolo 9 della presente proposta di legge, delega la Giunta regionale, sentite le competenti Commissioni consiliari, ad assicurare, con propri provvedimenti, le ulteriori necessarie disponibilità al Fondo per il reddito di cittadinanza.

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