Dalla lettera di Marcello Pittella ai lucani del 17 Novembre 2014:
“Utilizzare cinicamente il tema della morte e della malattia, sparando l’ennesima “bufala” sul fracking (che è un metodo di estrazione mai utilizzato in Italia) pur di raccogliere firme di protesta contro una legge dello Stato dinanzi alle Chiese e in un parco pubblico è un segno di debolezza, non di maturità politica. E’ l’estremo tentativo di “fare politica” (e quindi di conquistare un posto in Consiglio regionale, in Parlamento e anche in Europa) giocando sulle paure ancestrali della gente.”

A proposito di bufale, vere  o presunte,Sig. Presidente Pittella, ci permetta di rivolgerle alcune domande.
E’ una bufala la notizia uscita in questi giorni secondo la quale ARPAB avrebbe informato la prefettura di Potenza dell’utilizzo da parte della società “Baker Ughes” di sorgenti radioattive “ad alta attività” per l’espletamento dell’attività di estrazioni petrolifera?

Possiamo definire bufala l’evento incidentale segnalato sempre da ARPAB, secondo cui la società “Baker Ughes” avrebbe abbandonato nel sottosuolo (presso il Pozzo Gorgoglione), una sonda “contenente sorgenti radioattive”?

Sono bufale le note della Prefettura di Potenza inviate alle ditte “Wetherford Mediterranea SpA” e “Schlumberger SpA”, note nelle quali si precisa che le comunicazioni per l’impiego di sorgenti radioattive devono pervenire a tutte le amministrazioni competenti almeno 15 giorni prima, tanto al fine di consentire opportuna vigilanza e controllo? Tali comunicazioni di impiego di sorgenti radioattive pare invece siano arrivate in grave ritardo.
Che cosa sono le “sorgenti radioattive”?

Certo, possiamo dire quello che non sono: niente di sano e genuino. Si tratta di “traccianti” radioattivi utilizzati nella cosiddetta fratturazione idraulica (fracking in inglese), una delle fasi previste nell’attività di trivellazione.
Se tutto questo trovasse conferma, sarebbe l’ennesima prova del costante stupro che le compagnie petrolifere stanno perpetrando alla nostra bellissima terra, in barba a tutte le prescrizioni imposte dalla legge ed al principio di precauzione che dovrebbe prevalere su qualsiasi interesse speculativo.

In attesa delle risposte sull’art. 38 dello Sblocca Italia (6 regioni lo hanno impugnato, tra cui i nostri vicini pugliesi e campani), abbiamo chiesto direttamente a Pittella chiarimenti sulla vicenda, attraverso un’interrogazione depositata oggi. Finalmente, se giungeranno risposte esaurienti alle nostre domande, potremo appurare se le bufale di cui si duole da Pittella son vere o presunte.

GIANNI PERRINO
CAPOGRUPPO M5S BASILICATA

Vedi Interrogazione: –>>

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