Nel  giorno in cui  la Corte di Giustizia dell’Unione Europea condanna l’Italia per il mancato adeguamento alla direttiva sullo smaltimento e il recupero dei rifiuti, evidenziando le violazioni persistenti dell’obbligo di recuperare i rifiuti o di smaltirli senza pericolo per l’uomo o per l’ambiente, il Consiglio Regionale è nuovamente chiamato a decidere se costituirsi parte civile nel processo  “Monnezzopoli”.

Il procedimento vede tra gli indagati note società dello smaltimento rifiuti, amministrate da personaggi che hanno fatto la propria fortuna nella gestione dei rifiuti urbani e speciali, e che  svolgevano i propri affari in tutta la regione, ed in particolare nei comuni di Matera, Salandra, Lauria e Pisticci. I rifiuti provenivano anche da fuori regione grazie a vecchi accordi sottoscritti dalle passate compagini politiche, delle quali molti esponenti tuttora gravitano attorno ai  palazzi governativi  nonché allo stesso Consiglio Regionale.

Ieri i Portavoce del M5S, Gianni Leggieri e Giovanni Perrino, hanno presentato per la terza volta nell’assise regionale la mozione con la quale si chiedeva alla Giunta di costituirsi appunto parte civile. Bisogna a tale proposito ricordare che la mozione era stata presentata in prima battuta a settembre e puntualmente rimandata in attesa di un parere dell’ufficio legale della giunta che facesse luce sulla esistenza di presupposti  che consentissero all’ente regione di depositare l’istanza di costituzione di parte civile ma che stenta ad arrivare.

I presupposti il M5S li ha individuati sin da subito e riguardano un presunto traffico illecito di rifiuti consumatosi nel territorio regionale, per il quale, la Procura della Repubblica di Potenza, tramite i carabinieri del reparto operativo del NOE di Potenza, nella mattina del 17 dicembre del 2013, eseguiva diversi arresti e perquisizioni tra Basilicata e Campania. Pertanto, come motivo su cui fondare serenamente l’istanza di costituzione di parte civile, basterebbe il solo elemento della territorialità, laddove, lo scenario tratteggiato dalle indagini della Procura fa emergere un business in danno a 28 comuni del Potentino, nonchè all’ambiente del territorio regionale e quindi alla salute dei lucani. Eppure, quello che doveva essere un atto dovuto nel rispetto della dignità dei cittadini e nella tutela della salute del popolo lucano, si è trasformato in un tentativo di compressione delle potestà dei Consiglieri 5 Stelle.

Il Vice Presidente del Consiglio, Paolo Galante, infatti per scongiurare la votazione della mozione che avrebbe evidenziato il voto contrario di tutta la maggioranza esponendoli a forti critiche tenta il tutto per tutto con una fantasiosa interpretazione del regolamento interno: emendare la mozione del M5S.

Metodologia che non ha avuto precedenti nella storia del Consiglio regionale!!

Venuto meno l’assurdo giochetto, il Consiglio regionale ha dovuto esprimersi decidendo di rigettare la richiesta di costituzione di parte civile presentata dal M5S con i voti contrari di un resuscitato Castelluccio (FI) e di un prevedibile Giuzio (PD). Il resto dei consiglieri decide per l’astensione e per il non voto mentre ai voti favorevoli di Leggieri (M5S) e Perrino (M5S), si aggiunge solo quello di Rosa (FdI). Ennesima conferma di una preoccupante continuità col passato che, alla luce delle continue emergenze sui rifiuti, non fa intravedere nulla di buono.

GRUPPO CONSILIARE M5S BASILICATA
GIANNI LEGGIERI
GIANNI PERRINO

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