A che punto sono i progetti per la “Città della Pace”? Quando saranno operativi il CRIDAN e l’OSAN?  Chi sono i responsabili di tutto questo ritardo?

Undici anni dopo la grande protesta del popolo lucano contro il governo Berlusconi, artefice dell’individuazione di Scanzano come sito di stoccaggio di rifiuti radioattivi, qualcosa è rimasto incompiuto ed è qualcosa di veramente importante. “La protesta di Scanzano”, così furono ribattezzati quei giorni di protesta popolare, non solo costrinse il governo a cancellare dal decreto il sito di Terzo Cavone, ma avviò un processo volto alla sensibilizzazione anti-nucleare di tutta la cittadinanza. Per suggellare la netta contrarietà dei cittadini al deposito di scorie radioattive si pensò ad una “Città della Pace”, idea che ottenne l’appoggio delle istituzioni, delle associazioni ed anche di Betty Williams, premio nobel per la pace nel 1976 e co-fondatrice della Community of Peace People.

Anche la Regione Basilicata, in pieno spirito “antinuclearista”, legiferava raccogliendo, una volta tanto, i frutti della protesta cittadina: la legge regionale 1/2004, “Azioni e strumenti di studio e di informazione in materia di tutela antinucleare”, istituiva due organisimi, a Scanzano il Centro Regionale di Informazione e Documentazione Anti Nucleare (CRIDAN), con compiti di raccolta e divulgazione di materiali informativi e scientifici in materia di tutela antinucleare e, a Potenza, l’Osservatorio Scientifico Anti Nucleare (OSAN).

Sempre la Regione Basilicata, nel 2009, approvava il progetto denominato  “Realizzazione della Città della pace in Basilicata”: venivano individuate tra Scanzano e Sant’Arcangelo delle aree nelle quali erano previsti centri di accoglienza per bambini ( e loro famiglie) provenienti da aree colpite da conflitti armati, un Campus internazionale di educazione alla pace e allo sviluppo sostenibile, un centro per l’organizzazione delle missioni umanitarie, un Centro di gestione e coordinamento delle attività della Città della Pace e un  Centro di eccellenza per la ricerca e lo sviluppo scientifico per la salvaguardia ambientale e le energie alternative, un vero fiore all’occhiello per la nostra regione.

Il 9 settembre 2009 veniva firmata la convenzione  per l’intervento “Realizzazione della Città per la Pace in Basilicata” tra il Sindaco di Scanzano, Salvatore Iacobellis, e il Dirigente Generale della Regione Basilicata, Angelo Pietro Paolo Nardozza: la consegna dei lavori per la realizzazione della “Città dei bambini” sarebbe dovuta avvenire il 21 luglio 2010 mentre la data di fine lavori entro il 16 aprile 2011.

A che punto siamo? Beh, non ci vuole molto a capirlo, basta farsi un giro a terzo Cavone per rendersi conto che i lavori sono fermi, la consegna dei lavori, in pieno stile italico, è in perfetto ritardo.

Presidente Pittella adesso tocca a Lei, Scanzano e tutti i Lucani vogliono la loro “Città della Pace”, chi sono i responsabili di questi ritardi? Presidente Pittella, i lucani vogliono vedere all’opera il CRIDAN e l’OSAN; Presidente Pittella, la SOGIN (che il 3 gennaio 2015 dovrà stilare l’elenco dei siti idonei ad accogliere scorie nucleari),  deve sapere che il territorio lucano non è disposto ad accogliere alcun deposito nazionale di immondizia nucleare.

Il pericolo è dietro l’angolo, il nostro territorio non è idoneo ad ospitare questo tipo di strutture, la nostra economia agricola e turistica verrebbero danneggiati in maniera irreversibile, stessa cosa vale per la salute dei cittadini.

Il percorso antinucleare avviato fa Scanzano non deve fermarsi!

GIANNI PERRINO
Portavoce M5S Basilicata – Consiglio Regionale

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