I falsi successi di Marcello Pittella

La Giunta Regionale ha sottoposto il contenzioso che si è avviato tra il Consiglio dei Ministri e la Regione Basilicata su uno dei mille successi di cartone di Marcello Avatar Pittella, la legge approvata lo scorso giugno che prevedeva lo sblocco delle royalty (circa 166 milioni di Euro) dal patto di stabilità. Furono delle ore abbastanza concitate, che videro Marcello correre frettolosamente a Roma con il provvedimento appena approvato strombazzando a tutti la sua grande impresa.

Sono passati oltre 4 mesi, nel frattempo lo il cd. Sblocca Italia è vicino all’approvazione in senato e il provvedimento sblocca-royalty è stato impugnato dal Governo lo scorso 11 settembre.  Cosa fa dunque Marcello Pittella (o chi per lui)? Ovviamente canta ancora Vittoria! Semplicemente grottesco, Pittella cancella il suo fallimento ed esulta per le briciole previste dallo Sblocca Italia: circa 50 milioni di Euro con annesso raddoppio delle richieste di concessione per esplorazione, ricerca e coltivazione di idrocarburi e carta bianca per progetti con rischi molto elevati a scapito della salute dei cittadini.

Avremmo voluto discutere anche dei “controlli a tappeto” da lui paventati in una intervista al  Il Quotidiano del 31 Ottobre scorso, mostrandogli i dati dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) che certificano un preoccupante aumento dei tumori infantili in Basilicata, ma il presidente Pittella era assente. Ci ha pensato il consigliere Galante di (IR)Realtà Italia a difendere in maniera vergognosa il presidente, bollandoci come ‘terroristi’ e ritenendo privi di fondamento i dati dell’ISS.

Ma chi è il terrorista? Chi nega la verità negando dati ufficiali sull’incremento delle neoplasie in Basilicata? Oppure chi mette in guardia sull’ulteriore impatto ambientale e sanitario del raddoppio delle estrazioni?

Gruppo Consiliare M5S Basilicata
Gianni Leggieri
Gianni Perrino

Articolo precedenteScade la mobilità in deroga: 1500 famiglie sul lastrico. Ma i soldi vanno ad Apof-il ed Ageforma.
Articolo successivoIl neocolonialismo interno di Matteo Renzi