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Dopo aver visto abbattere le sue pecore a causa degli ingenti danni delle diossine provenienti dallo stabilimento Ilva, a pochi passi dalla sua bellissima masseria, Vincenzo Fornaro ha deciso di reagire affidandosi alla canapa industriale. Dallo scorso Febbraio, poco più di 3 ettari di terreno avvelenato stanno per essere bonificati attraverso la canapa.

Si tratta di una specie francese con THC bassissimo, circa lo 0.2% (sotto il 2% non è considerata sostanza stupefacente), il cui scopo principale è assorbire dal terreno le sostanze inquinanti e i metalli pesanti, stoccandoli poi nelle foglie e nel fusto. Non finisce qui: la pianta, oltre a bonificare i terreni, può essere letteralmente ‘riciclata’ per produrre tessuti, per le semine successive, per la bioedilizia e per la bioplastica (interni delle automobili).

Avviare una coltivazione è semplicissimo: appena spuntate le piantine va inviato un modulo denuncia alla più vicina stazione delle Forze dell’Ordine che in seguito sono autorizzate a prelevare n° 50 parti fiorite prima della raccolta. I costi sono bassissimi: il seme costa circa 6,60 €/kg, per un ettaro di terreno vi è bisogno di circa 35kg di semenza, non necessita di acqua in quantità ed è possibile piantarla anche su terreni non irrigui perdendo un 35% del raccolto.

Perchè abbiamo deciso di approfondire questa esperienza?
Qualche settimana fa abbiamo incontrato alcuni imprenditori agricoli della Val Basento fortemente danneggiati dalle attività collegate alle estrazioni petrolifere, di fatto la coda della lavorazione del petrolio ha completamente avvelenato questa area. Attualmente appare pura utopia per quest’area effettuare produzioni di tipo ‘food’, infatti la Val Basento rientra nei cosiddetti siti di interesse nazionale (SIN), ovvero aree contaminate molto estese classificate come pericolose dallo Stato che hanno bisogno di interventi dibonifica del suolo, del sottosuolo e/o delle acque superficiali e sotterranee al fine di evitare danni ambientali e sanitari.

Questa gente appare fortemente spaesata, fa fatica a metabolizzare questo cambiamento imposto dall’oro nero ed è fortemente scettica nei confronti della così tanto decantata ‘chimica verde’. La Regione Basilicata ha deciso infatti di puntare in questa direzione attraverso il progetto “Spring“ (Sustainable Processes and Resources for Innovation and National Growth). E’ previsto l’uso di scarti agricoli o colture dedicate a scopi energetici per fabbricare pneumatici verdi, prodotti fortemente voluti dall’industria automobilistica e da quella petrolifera.

Come M5S, guardiamo alla canapa Industriale come un’alternativa realmente sostenibile sia dal punto di vista ambientale che economico. Si potrebbe pensare ad un indotto serio (a fine Agosto partirà uno stabilimento di lavorazione della canapa proprio nei pressi di Masseria del Carmine), orientato alla lavorazione di questa pianta che, come abbiamo scritto sopra, è versatilissima.

Lo scorso 25 giugno abbiamo accolto in maniera positiva l’approvazione della Proposta di legge che prevede l’utilizzo di farmaci cannabinoidi per finalità terapeutiche (approvati anche nostri emendamenti), un passo avanti per questa regione. Vogliamo adesso credere che la giunta, l’assessore Ottati in primis, guardi seriamente alle potenzialità di questo altro progetto, sarebbe un buon modo per avviare un cammino rivoluzionario ed iniziare a rompere con il presente/passato  petrolifero.

Un sentito ringraziamento a Vincenzo Fornaro.

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