Il primo Consiglio Regionale della Basilicata si tiene il 13 gennaio e si chiude dopo pochi minuti, aggiornando i lavori al giorno dopo, per permettere ai Consiglieri Regionali di partecipare ai funerali di Antonella Favale, scomparsa a seguito del tragico evento di sabato scorso a Matera.L’ordine del giorno – convalida provvisoria degli eletti, composizione dell’Ufficio di Presidenza, composizione della Giunta per le Elezioni – si rimanda al giorno dopo.

Il 14 si tiene così la ‘vera’ prima seduta del Consiglio. Ed è subito teatrino. Dopo la convalida provvisoria degli eletti, i Consiglieri di maggioranza non avevano ancora le idee chiare su qualche poltroncina e chiedono di sospendere per 5 minuti la seduta per consultarsi nella sala interna allo spazio dell’edificio della Giunta prestato alle sedute del Consiglio. Questi 5 minuti diventano 10, 20, 30..70!

Se avessero il potere di espansione economica come quello del tempo, per la troika sarebbero tempi amari. Trovata la quadra ritornano in aula e comunicano i loro tre nomi, frutto di sintesi e responsabilità: La Corazza (PD) come Presidente, Galante (RI) Vice Presidente e Polese (PD) Segretario ai quali si aggiungono, dopo votazione, l’altro Vice Presidente Mollica (UdC) e l’altro Segretario Castelluccio (FI).

Quest’ultimo non può presentarsi a Potenza, dal giorno seguente, a seguito del rigetto dell’istanza dei suoi avvocati che chiedeva il ritiro della misura di divieto di dimora a Potenza per possibile reiterazione del reato contestatogli. Dopo un giorno, l’Ufficio di Presidenza ha il suo primo componente fuori gioco. Al termine della seduta si convoca una nuova seduta per il giorno dopo. All’ordine del giorno l’approvazione dell’esercizio di bilancio provvisorio e il subentro di Pace al posto di Di Maggio.

Ma ieri, a questi punti all’ordine del giorno ne vengono aggiunti altri due: la soppressione della quinta Commissione e, ciliegina sulla torta, la leggina che tenta, goffamente, di sanare qualche posizione giudiziaria di componenti del Parlamentino di Via Verrastro. Firmatario, Roberto Cifarelli (PD). Gli dà manforte Castelgrande, che propone un emendamento che completa l’articolo 1 del testo originario. La proposta di legge titola “Norme di prima attuazione della Legge 2 luglio 2004, n.165 “Disposizioni di attuazione dell’art. 122, primo comma della Costituzione”.

L’articolo 1 recita: “E’ incompatibile [fatte salve le esclusioni previste dalle norme vigenti] con la carica di Consigliere regionale, di componente della Giunta e di Presidente della Regione, colui che è parte attiva di una lite con l’Ente. Qualora il soggetto non sia parte attiva della lite sussiste incompatibilità esclusivamente nel caso in cui la lite medesima sia conseguente o sia promossa a seguito di giudizio definito con sentenza passata in giudicato. La presente disposizione si applica anche ai procedimenti in corso.”

Tra parentesi quadre è riportata la modifica all’articolo 1 con l’approvazione dell’emendamento di Castelgrande. L’articolo 2 – Dichiarazione d’urgenza, stabilisce che la legge è dichiarata urgente ed entra in vigore lo stesso giorno della pubblicazione sul bollettino Ufficiale della Regione Basilicata e che è fatto obbligo a chiunque spetti di osservarla e farla osservare come legge della Regione Basilicata.

Come è andata a finire ve lo dico subito: maggioranza e (a)pposizione votano a favore. Gli unici che votano contro siamo io e Gianni Leggieri del Movimento 5 Stelle e Romaniello di SEL. Non vi sto qui a raccontare il gossip, quello ve lo racconto davanti a una birra o un caffè o, nell’attesa che l’acqua sia dichiarata pubblica, davanti a un fontanino. In tre giorni abbiamo vissuto più squallore che in una vita. Ed è solo l’inizio.

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