Questo il pensiero dei 75.000 Cittadini a 5 Stelle della Basilicata a proposito della Questione Fenice e al termine dello sciopero della fame dei due nostri componenti durante il SIT-IN che tuttora si tiene proprio davanti alla Regione Basilicata, giorno e notte i nostri cittadini con l’elmetto sono li a chiedere GIUSTIZIA per le nostre vittime di Cancro affinchè la scellerata gestione De Filippo accetti di mettersi da parte ammettendo gli scempi ambientali provocati in Basilicata negli ultimi 10 anni.  La presente dichiarazione è stata inoltrata alla pubblica opinione, attraverso le nostre piattaforme media e la stampa, al Presidente della Giunta De Filippo, all’attuale Presidente del Consiglio Vincenzo Santochirico  (ex assessore all’ambiente proprio durante alcuni anni della Questione Fenice) a e ai consiglieri tutti:

“In Basilicata, nel Vulture-Melfese, da troppo tempo, da oltre 10 anni, si protrae il disastro ambientale attribuito all’impianto di incenerimento Fenice della Fenice srl – EDF, sito nell’area industriale di S. Nicola di Melfi. Il CTU, il prof Francesco Fracassi, nominato dalla Procura di Melfi, già nella sua relazione del 24 Maggio 2010 denunciava un inquinamento antico della falda idrica, conosciuto dai proprietari dell’impianto fin dal 29 Giugno del 2000 e dall’ARPA di Basilicata almeno dal 10 Gennaio 2002. Una relazione che fece emergere in tutta la sua drammaticità quello che le popolazioni locali già temevano e che per gli evidenti atteggiamenti omissivi e di disastro ambientale ha confermato 36 rinvii a giudizio nel processo ancora in corso, tra i quali si leggono i nomi di responsabili di dipartimento regionale, di responsabili aziendali e dell’ex-Direttore Generale dell’ARPAB e del suo Responsabile per la Provincia di Potenza. Dal 2009, secondo quanto riferisce Fenice srl, è in atto la procedura di Messa In Sicurezza in Emergenza (M.I.S.E.), secondo quanto stabilito dal Dlgs 152/2006, ma ad oggi, dopo 4 anni, dai monitoraggi sulle falde acquifere , pubblicati ogni due mesi, l’emergenza non è rientrata ma, al contrario, è certificata la prosecuzione e l’aggravamento dell’inquinamento della falda e del territorio, con presenza oltre soglia dei parametri di ferro, nickel, manganese, Composti Organici Volatili (VOC) e fluoruri. La stessa società EDF Fenice ammette (Testualmente): “ Si deve ancora una volta ribadire che gli esiti delle attività di monitoraggio dimostrano tecnicamente che l’impianto non inquina più_le falde acquifere e che la contaminazione _residua_ è circoscritta e di modestissima entità.” I cittadini sostenitori del Movimento 5 stelle, i comitati, le associazioni e i cittadini lucani chiedono alla magistratura, ma soprattutto alla politica che si intervenga per:

1- la nomina di un CTU atto a monitorare quanto espresso dal Dott Geol. Giampiero D’ecclesiis che dopo ampia ed approfondita relazione – ebbe a dichiarare nel penultimo capoverso della predetta relazione: “Appare quindi necessario richiedere gli indispensabili approfondimenti numerici e, laddove non fossero stati eseguiti, gli accertamenti in sito necessari per determinare tutte le principali grandezze idrogeologiche indispensabili per procedere ad una modellizzazione del fenomeno esaminato tale da validare l’ipotesi di genesi, propagazione e diffusione dell’inquinamento e sulla base del quale procedere ad un mirato piano di bonifica dell’area.“ Quanto affermato da Arpab, infatti, nella sua nota- All 2- n°0008981 class.ne 26/03/01 del 14/10/2011 inviata a vari enti che gli interventi di M.I.S.E., peraltro non ancora completati a 4 anni dall’inizio dei primi, avessero ridotto sensibilmente i livelli di contaminazione delle acque sotterranee in attesa degli interventi di bonifica, anche questi non ancora concordati operativamente perchè vi è in atto un ricorso al TAR della Basilicata da parte della società che gestisce l’impianto, non appare sostenibile.

2- -Il sequestro dell’impianto e la nomina di custodi giudiziari atti a garantire l’eliminazione dell’inquinamento in atto.”Le istituzioni territoriali e strumentali della Basilicata: Regione, Provincia di Potenza, Comune di Melfi,Arpa Basilicata, Azienda Sanitaria del Potentino non sembrano capaci di individuare le cause dell’inquinamento oltre a far ricondurre i valori al di sotto della Concentrazione della Soglia di Contaminazione(C.S.C.). Nei rari controlli che Arpab fa, è emerso che al camino del forno rotante, il 25 Settembre 2012 i valori di emissione del mercurio immesso in atmosfera e risultato essere oltre tre volte la soglia massima consentita: 0,177 mg/Nm3 rispetto al 0,05. Un ulteriore valore oltre soglia che ci conferma che molto ancora si potrebbe dire dell’inquinamento dell’inceneritore se l’agenzia dell’ambiente regionale misurasse i valori di diossine, furani e PCB ai camini.

3- La costituzione Parte civile nel processo “Fenice” da parte della Regione Basilicata.

4- Le dimissioni della giunta Regionale attualmente in carica per la disastrosa gestione della politica ambientale messa in atto in Regione. I cittadini sostenitori del M5S sono consapevoli che quanto affermato nella SEN è incompatibile con quanto è scritto nel programma politico del Movimento 5 stelle e in contrasto con quanto è beneficio della economia e della salute dei nostri concittadini. I cittadini sosenitori del M5S sono consapevoli che quanto affermato nella SEN è dissonante con l’indirizzo della risoluzione del Parlamento europeo del 24 maggio 2012 “un’Europa efficiente nell’impiego delle risorse” che, pur non essendo una direttiva, costituisce un documento preparatorio sia per il settimo Programma europeo d’azione per l’ambiente, sia per la nuova direttiva quadro sui rifiuti prevista per il 2014. Siamo inoltre consapevoli che la classe dirigente lucana è incapace di gestire in maniera virtuosa la riduzione, il riuso, il riciclo dei pochi rifiuti prodotti dai residenti di Basilicata e l’affare Fenice ne è la prova. Ma ciononostante, coscienti della distanza che ci divide, sia per obiettivi politici e sia per senso di giustizia, ecologica e sociale, rendiamo noto attraverso una nostra proposta condivisa, come abbiano intenzione di intervenire prioritariamente a tutela dell’equilibrio ambientale del territorio lucano e della salute dei suoi cittadini, aldilà delle competenze di cui è investita la magistratura. La nostra proposta prevede per la Regione Basilicata una politica di gestione dei rifiuti basata su :

RIDUZIONE : La riduzione dei rifiuti si pone oggi come una delle priorità da affrontare. L’invasione degli imballaggi, la cultura dell’usa e getta e del monouso e i nuovi ritmi e stili di vita hanno portato ad un aumento esponenziale dei rifiuti prodotti. A questo problema si aggiunge la questione delle difficoltà e dei costi crescenti per lo smaltimento.

RIUSO : il primo livello di attenzione è rivolto alla necessità di prevenire la formazione dei rifiuti e di ridurne la pericolosità, il passaggio successivo riguarda l’esigenza di riutilizzare i prodotti (ad esempio le bottiglie, con il vuoto a rendere).

RICICLAGGIO : Il riciclaggio comprende tutte le strategie organizzative e tecnologiche per riutilizzare come materie prime materiali di scarto altrimenti destinati allo smaltimento in discarica o all’ incenerimento (attraverso inceneritori = termovalorizzatori), responsabili ormai troppo spesso di danni all’ambiente e alla salute dei cittadini. Come fare?

– Differenziare i rifiuti : Umido, carta, vetro, plastica, alluminio attraverso centri di raccolta condominiali o porta a porta.

– Gestire i rifiuti separatamente, riconvertendo gli impianti di incenerimento, per immetterli nuovamente come materie prime riutilizzabili per la produzione di altri materiali a noi utili.

– Gestire l’umido come compost per favorire la produzione agricola. Riduzione della tassa sui rifiuti (grazie alla vendita del compost e delle materie prime) Pertanto proponiamo il modello già definito e condiviso attraverso una relazione in parlamento di “RIFIUTI ZERO”. Questo modello è ampiamente utilizzato ,con successo, in molti paesi del mondo e molti comuni d’Italia seppure con risultati differenti. Noi lo chiediamo anche per la Basilicata.

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